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Intervista ad Enrico Caltagirone sulla sua nuova pubblicazione: --DALLA LINGUA D'OC ALLA LINGUA SICILIANA


Il prof Enrico Caltagirone




E' uscito recentemente per i tipi della EtaBeta Edizioni, l’ultima fatica di Enrico 
Caltagirone, glottologo, poeta e scrittore:
- DALLA LINGUA D'OC ALLA LINGUA SICILIANA- Edizioni EtaBeta, Giugno 2019-
Enrico Caltagirone è da oltre trent'anni impegnato nella ricerca glottologica, nello studio delle antiche lingue indoeuropee ed in particolare della lingua sicula e di quella etrusca.  Questa pubblicazione, che in appendice contiene anche una piccola antologia di poeti siciliani contemporanei, rappresenta un contributo di ricerca di alto livello dello studioso per la conoscenza del percorso storico-linguistico della lingua siciliana. Un libro importante  che non dovrebbe mancare nelle biblioteche scolastiche ed universitarie ed in quelle pubbliche, costituendo altresì  materiale di formazione dei docenti impegnati nell'insegnamento della storia e della lingua siciliane nelle scuole, in applicazione della legge regionale 31 maggio 2011, n.9. 

     Ho intervistato per questo Blog l'amico prof. Enrico Caltagirone, sui contenuti della ricerca da lui intrapresa per la stesura di quest'opera:

Cosa ti ha spinto a scrivere questo saggio e in che cosa consiste questa pubblicazione?                           

E.C.   Mi sono reso conto che in questi ultimi tempi è cresciuto a dismisura l’interesse per il “siciliano”. Mi è sembrato opportuno approfondire l’argomento con appropriate ricerche, in modo da chiarire e definire il percorso della lingua fin dalle sue più lontane origini, passando per tutti i contributi linguistici dei vari popoli che si sono succeduti nell’isola. 

     Il percorso di crescita della Lingua Siciliana ha avuto un consistente apporto da parte dei trovatori provenzali e infine una definizione da parte dei poeti della Scuola Poetica Siciliana. 

Quali sono stati i punti di contatto tra la Lingua d’Oc e la Lingua Siciliana?

 E.C.   La letteratura in lingua d’Oc ha avuto una profonda influenza sulla poesia lirica italiana. Composta prevalentemente di opere in poesia, sia i temi provenzali che lo stile passarono alla Scuola Poetica Siciliana e da questa a quella Stilnovistica, per giungere fino al Petrarca.
    Fin dal 1166 alla corte normanna di Guglielmo II di Sicilia convenivano da ogni parte i trovatori italiani. Questo fenomeno divenne sempre più massiccio all’inizio del nuovo secolo a causa dell’eresia dei Càtari. Il papa Innocenzo III ordinò a Filippo Augusto di scacciare gli Albigesi. Filippo Augusto accettò immediatamente perché vedeva tale operazione come un’opportunità di impossessarsi delle terre della Francia meridionale.  

     Molti trovatori si trasferirono nella penisola iberica, altri nell’Italia settentrionale e altri ancora nella parte meridionale italiana, in Sicilia. Al nucleo già esistente presso la corte normanna, si aggiunsero quindi trovatori provenienti dalla Francia meridionale. Grazie all’arrivo dei poeti provenzali i poeti siciliani iniziarono a leggere ed a frequentare quei poeti e si accinsero a scrivere nella stessa maniera.

Come giudichi da linguista storico la funzione della Scuola Poetica Siciliana, oltre la  sua esistenza, sulla lingua  siciliana e più complessivamente sulla lingua italiana? Vi è una interazione tra le due lingue? Un rapporto di filiazione?

E.C.  La Scuola Siciliana, iniziata intorno al 1220, si sviluppò in particolare tra il 1230 ed il 1250 presso la corte itinerante di Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Sicilia. Egli stabilì la sua corte in Sicilia, a Palermo, dove creò una Scuola di poeti ed intellettuali che diventarono parte integrante della sua corte. Trattandosi di una corte molto spesso itinerante, dalla Sicilia alla Basilicata, alla Puglia, il “Siciliano Aulico” non era un dialetto specifico siciliano parlato dal popolo, ma la sintesi di molti dialetti, una lingua comprensibile a tutti.
      I poeti Siciliani della Scuola operarono questa sintesi e contribuirono in modo significativo al patrimonio letterario italiano, influenzando la nascita del Dolce Stil Novo. Alcuni tratti linguistici del siciliano “aulico”, arricchito da francesismi, provenzalismi e latinismi, vennero adottati anche dagli scrittori toscani delle generazioni successive e si sono mantenuti per secoli fino ai nostri giorni nella lingua italiana.

La questione dell’affermazione della Scuola Toscana e del Dolce Stil Novo, nella gestazione della lingua italiana a scapito del Siciliano, come lingua letteraria, fu un fatto meramente letterario, o fu anche conseguenza
di scelte politiche?

E.C.     L’affermazione della Scuola Toscana e del Dolce Stil Novo a scapito del Siciliano si deve a due fattori. C’era stata la nascita e l’affermazione di grandi personaggi letterari come Cavalcanti, Guinizzelli, Dante e Petrarca che avevano grandemente influenzato e consolidato l’uso della lingua italiana toscanizzata, partendo dai lasciti e dagli insegnamenti della Scuola Poetica Siciliana. E ci fu anche un atto politico che determinò il declassamento della Lingua Siciliana a dialetto regionale. Tale passaggio avvenne simbolicamente nel 1526 quando, uno dei capitoli, cioè leggi, redatto tre anni prima in lingua siciliana e in vigore nella città di Messina, venne tradotto in toscano al momento dell’estensione della sua validità anche nella città di Palermo.
Ciò non toglie che, più di ogni altra lingua, il Siciliano sia caratterizzato da una eccezionale poliformia lessicale, direttamente interconnessa con le varie culture, che successivamente a quelle autoctone, si sono alternate sul suolo siculo.


Oggi la Lingua Poetica Siciliana scaturisce da un accordo tra poeti, che partendo dai  loro  dialetti, li fanno assurgere a dimensione letteraria, ma questo può bastare?
           Come giudichi l’ipotesi di un intervento del Centro di Studi filologici e linguistici siciliani, su  mandato della Regione Siciliana, per la definizione e codifica di una lingua letteraria moderna, che dia strumenti d’insegnamento nelle scuole?

E.C.     Un altro motivo, oltre a quello esposto nella prima risposta, che mi ha indotto a scrivere questo libro, è la constatazione che in questi ultimi tempi si è assistito alla fioritura e alla proliferazione di innumerevoli poeti in lingua siciliana. 

       Ho pensato fosse utile proporne alcuni in modo d’avere più chiaro tutto il quadro. Il lettore attento potrà rendersi conto di alcune differenze linguistiche e stilistiche esistenti tra i vari poeti, dovute al luogo di provenienza. Ci sono poeti di Trapani, di Messina, di Palermo, di Catania, di Enna e di Giardini Naxos. Tutto ciò, a prescindere dal valore intrinseco delle varie opere, mi induce a formulare un auspicio, che le autorità competenti agiscano in fretta. Ho sentito parlare di una Accademia dei Poeti Siciliani, ma il Centro di Studi filologici e linguistici siciliani, mi pare l’organo più adatto ad intervenire in questa faccenda. 

      Spedirò una copia di questo libro al Prof. Giovanni Ruffino dell’Università di Palermo, col quale mi sono trovato nel maggio del 2013 in una mega conferenza sulle Parlate d’Italia, nella Casa del Manzoni a Milano. Il mio intento è di dare un contributo alla soluzione di questo problema.

Intervista rilasciata ad Antonio Cattino in data  29 maggio 2019


ENRICO CALTAGIRONE- Cenni biografici e pubblicazioni:


Biografia

Enrico Caltagirone, nato il 21.11.1944 a Centuripe, EN, residente a Macherio, periferia di Monza.

Diploma Magistrale all’Istituto Lombardo Radice di Catania.

Laurea in Pedagogia all’Università di Magistero di Catania col prof. Gino Raya.

Corso post laurea di Filologia Romanza col prof. Andrea Zanzotto, grande poeta, all’Università di Parma.

Laurea in Lingua e Letteratura Sanscrita all’Accademia di lingue orientali di Milano (Accademia Alessandrina) col prof. Renato Turra.

Collaboratore (prof. di seconda fascia) all’Università Cattolica di Milano, alla facoltà di etruscologia, della prof.ssa Aigner.

Stage di etruscologia all’Università di Tubinga col prof. Rix.





Bibliografia


POESIA:

Al di là della siepe, Ed. Paoline, 1963;

Et puis l’hiver revient, Ed. A.L.A., 1969;

Diario del tempo inclemente, Ed. A.L.A., 1982;

Frammenti e tormenti, Ed. Montedit, 1999;

Oltre i confini della notte,  MARNA, 2004;

Musicanti sul filo, MARNA, 2005;

Vento caldo, MARNA, 2007;

Vento celeste, MARNA, 2009;

Vento segreto, MARNA, 2010;

Kronosphaera, MARNA, 2011;

The dream is all, MARNA, 2012;

Fiume del tempo, ETA BETA, 2015;

Opera omnia, ETA BETA, 2019.



SAGGISTICA:



Un grido dal passato, MARNA, 2001;

La lingua dei Siculi, MARNA, 2003;

La lingua degli Etruschi, MARNA, 2009;

Origine e lingua dei Siculi, ETA BETA, 2018;

Gli Etruschi, un grido dal passato, ETA BETA, 2018;

Dalla Lingua d’Oc alla Lingua Siciliana, ETA BETA, 2019.



NARRATIVA:



Alla ricerca della Grande Madre, MARNA, 1998;

La fragile luce dell’Eden, ETA BETA, 2016.








Commenti

  1. Un libro assolutamente da leggere-
    - uno strumento didattico importante per il sistema scolastico siciliano e non solo.

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