GIUGNO – poesia di Antonio Cattino.
Messidoro fulgente mi sovviene,
quando sui banchi, il soleggiato giugno,
ancora qualche giorno ci teneva;
e poi fuggir su spiagge e su marine,
per campi e colli scorrazzare,
cogliere fiori o dei boschi i frutti
in larghe foglie di fico arrotolare;
tornare a casa laceri e terrosi
guizzando fra il grano ed il maggese,
ruscelli scavalcando fra il gracidare
incessante di rane spaventate;
raccoglierci sul poggio a rimirare
i dolci fuggenti colli del Peloro
che dai casali al mare si distende.
Più grande poi ai balli nelle aie
a feste fra gassose e pesche noci,
col ficodindia che dischiude al sole
i fiori, che, da spinose verdi pale,
gioiosi frutti ci dispenseranno;
mentre il pacato stormire delle spighe,
da lievi brezze marine accarezzate,
ci ricordava il dono della terra
che le fatiche dell’uomo ripagava.
Antonio Cattino, 4 giugno 2015.©
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