CARIDDI
Sei tu forse Cariddi
che lo Stretto sconvolgi
gridando la tua rabbia
riemergendo da imperscrutabili
baratri dell’anima?
O sei il delirio di questa terra
che pace non trova
fra le lingue di fuoco
che Etna dispensa
fin dai profondi
cunicoli della sua natura ?
Ma io ti vidi in sogno
emergere dai flutti
fanciulla di divina bellezza
con gli occhi accesi di vita
sguardo ammaliante che amore diffonde
fra gli uomini oramai smarriti
ed a nuova vita conduce
e ti chiamai per nome
PACE !
Antonio Cattino @16 luglio 2013
". . . . . . . .. . .. . ... . assorbe
la temuta Cariddi il negro mare.
Tre fiate il rigetta, e tre nel giorno
l'assorbe orribilmente.
Or tu a Cariddi
non t'accostar mentre il mar negro inghiotte;"
. . . .
(Omero, Odissea, libro XII)
L'INCONTRO DEI DUE MARI
Magia e sogno degli Dei marini
sortilegio di Fate e di sirene
che dallo Jonio
all’apparir d’Aurora
arcani canti intonano volgendo
verso il Tirreno che nello Stretto entra
dell’erta Scilla la rupe superando
insieme al palmo del sabbioso Faro
proteso verso i gorghi spumeggianti .
Saluto del mattino dei due mari
mentre di Scilla, Cariddi grida il nome
e Scilla dalla Rocca gli risponde
scuotendo l’onde e il sonno delle genti.
Antonio Cattino @ 23.gennaio 2013
SIRENE
Chi siete voi se non donne
che i fondali dell’anima abitate
ricordi amati che mai dimenticati
dei visceri dormienti vi cibate
fino ad evirare ogni pensiero
distratto dall’ascolto di quei canti
che degli amori promettono ritorni;
Al tramonto scorgo voi passare
a Punta Faro volgete lo sguardo
da Scilla con Cariddi vi recate
a consumare quell’orribil pasto;
Come vorrei insieme a voi nuotare
che del mio cuore un dì foste compagne
ed al gorgo dei perduti amori
annegare nel vostro arcano canto;
Agli amici che amo da una vita
e loro amor per amore ricambiando
supplico di legarmi all’alta pila
onde vostra gioiosa vista mirare;
e non insieme a voi solcar le onde
ed il raccapriccio così poter evitare
come Odisseo legato al ligneo palo
fra i flutti del destino vi mirava
io vi ascolto in trattenuta posa
piange il mio cuore non potervi amare;
Ingrato poi risveglio già mi coglie
a contemplare il freddo del mio letto
che dall’amor sognato mi distrae
del nuovo giorno il rapido bagliore
dalla finestra seppur dischiusa appare.
Antonio Cattino @12 Agosto 2013 –
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