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COMMENTARIO sulla lingua siciliana, scritto da Mario di Arezzo nel 1543 nella lingua letteraria siciliana




INCIPIT di COMMENTARIO sulla lingua siciliana, scritto da Mario di Arezzo nel 1543 nella lingua letteraria siciliana del 1400/500, circa 113 anni dopo la sua dismissione da lingua ufficiale del Regno di Sicilia, ad opera degli Aragonesi, in cui l'autore riporta le osservazioni di Dante Alighieri sulla superiorità della lingua siciliana colta ( letteraria) sugli altri volgari regionali italiani. Mario D'Arezzo cita alcuni versi del poeta messinese dell'Accademia Federiciana del XIII secolo: "il giudice di Messina" che poi rivela fosse Guido delle Colonne. L'autore raccomanda infine la ri-sistemazione in regole grammaticali e sintattiche certe della lingua. Mario d'Arezzo fu storico e cronista ufficiale del Re di Spagna Carlo V dal 1525 al 1532.



NOTE:

* Nella stampa tipografica del tempo le lettere V - e - U,venivano impresse con lo stesso carattere;
* La doppia DD seppur si pronunciasse come si pronuncia ora, cioè con la punta della lingua che lambisce l'inizio del palato sopra i denti, lascito della parlata sicula, si scriveva alla latina con la doppia LL di Illum, illa, illi ;

* I Versi di Guido delle Colonne trascritti nel testo sono in pura lingua Siciliana del 1200 non modificati e toscanizzati dai copisti toscani, vaticani e lombardi come per la maggior parte delle poesie della scuola siciliana.
* Il termine "cruilliari" che compare nel testo, potrebbe avere il significato di osservanti ossequiosi ai Cruillas che furono una nobile famiglia siciliana proveniente dalla Catalogna, di origine reale, di discendenza gotica. Di essa si sa che venne in Sicilia durante il periodo di dominazione aragonese, ottenendo molti feudi. 
Per cui, per estensione potremmo dire che "cruillari" sono quei letterati siciliani servili,complici di quei dominatori ispanici che emarginarono la lingua siciliana nel corso del 1430 .

Antonio Cattino.


Claudio Mario Arezzo storico (Siracusa, XV secolo – Messina, XVI secolo) .
"OSSERVANTII DILA LINGVA SICILIANA ET CANZONI IN LO PROPRIO IDIOMA DI MARIO DI AREZZO  GINTIL'HOMO SARAGVSANO


Capit. I 



Io trouandomi in la cita di Missina, in conuersationi con alcuni gintil'homini di acuto: e suiglato igegno : li quali dili canzoni  siciliani sunanti si dilettano no una : ma più uolti : poi di molti discursi, sopra Io poetizar in lingua uulgara : Vn iorno fra li altri fu mosso di un di loro un dubio : si fussi stata la lingua nostra altro tempo più limata : di quilla, chi al presenti si dimostra, quilla intendendo , chi per la bucca di dotti, eloquenti in lo componiri di rimi uersaua. A cui toccado a mi per sorti rispondiri , Affirmai altra uolta lo idioma siciliano essiri stato lo più laudabili : terso, e più limato : di tutti li altri di italia : e diuerso quillo di  hoi : ehibe plaua  no, dir altro comuni , e generali. Et questo co lo testimonio di Danti: lo quali in lo primo libro: chi di la uulgara eloquentia scrissi : dici quisti palori. Hor dicemo che se uogliamo pigliare il uulgare siciliano : Cioè quello : che uien da i mediocri paesani : da la bocca de i quali e da causare il giudicio : appare : eh' ellu non sia degno di essere proposto agli altri. E poco poi dici : Ma quillo, che esce dela bocca de i principali siciliani : come ne le preallegate canzoni si può uedere: non: e: in nulla differente da quillo, che e laudabilissimo. Li primi pedi dili preallegate canzoni: li quali solamenti isso senza nomo di authori porta, sono questi:


"Anchor che l'aiqua per lo foco lassi
           E di l'altra. Amor
che longamete m' hai minato ... "

Qui fu lo author ? eo isso in lo secondo libro dimostra lo ludici di Missina. ( Guido delle Colonne. nda)








Dici ancora in lo preditto loco : li palori, chi sequitano. De i criuillati (per mo di dire) uulgari di Italia : facedo comparatione tra quilli  che nel criuello sono rimasi breuemente scegliamo il più honoreuole di essi: E primeramete examinamo lo ingegno circa il siciliano : pirloche pare che il uulgare siciliano habbia assunto la fama sopra gli altri : Per la qual cosa  si fussi io dimandato : qual fussi quillo vero uulgaro : lo quali happi la fama sopra li altri di Italia. Rispondo no essiri altro : saluo quillo : chi hogi li thoscani pir loro si hanno apropiato , e quillo : con lo quali Danti , e tutti li altri di quillo seculo : li loro poemi scrissiro e lo prouiria con li palori ancora di isso Danti : in quillo proprio libro, in quisto modo. Conciosia che tutti i poemi : che fanno gli italiani si chiamano in siciliano. Como di poi sia stata issa nostra lingua turbata , io no pozo iudicare : si non fussi la causa : lo miscarsi in parti con la franzesa in lo tempo di Carlo conti di prouenza : ancorchi per poco spacio di tempo regnato hauissi : E di poi con la aragonesa: e catalana, O puro chi dili nostri doi : zo-e dila rustica , e triuiali , e dila più limata , fussi formata quista: laquali al presenti ni resta. 


Satisfatti già di quanto si hauia parlato : Li propossi io si fussi beni, in lo componiri di rimi, limar quista no stra lingua : stringedola sotta certi reguli.


a cura di Antonio Cattino sax

Veduta di Messina nel secolo XVI
 
 
 

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