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Alcune mie poesie contro il femminicidio - Antonio Cattino


 






                                                   



Quest'anno, per il 25 novembre, Giornata  Internazionale contro il Femminicidio, indetta dall'ONU,
a cui l'Italia aderisce con convinzione, ho voluto partecipare pubblicando quattro poesie tematiche
inserendo per prima l'ode "Per Omamya Bengalloum" la mediatrice culturale tunisina di 33 anni, uccisa selvaggiamente  dal marito il 4 settembre del 2015, al culmine di una lite, per una esplosione di gelosia unita ad forte stato di assurda ripicca verso il ruolo che Omamya aveva conquistato nella società messinese e nella stessa famiglia, esercitando brillantemente il ruolo di mediatrice culturale ed interprete per la Questura di Messina. Lui muratore disoccupato, si sentiva sminuito dal lavoro della moglie, lavoro che permetteva alla famiglia, composta dalla coppia e quattro bambine, di tirare avanti dignitosamente Oggi nella questura di Messina vi è una stanza intitolata ad Omayma con una sedia occupata a suo nome.

                                                                      

                                                                        

Omamya Benghalloum







PER OMAYMA BENGALLOUM, 

uccisa dal marito per possesso di corpo e d’anima

Dimmi Omayma
se ora hai trovato
la pace
nelle braccia del cielo
e se il sorriso che ci hai negato
sia tutt’uno
con la luna e le stelle,
i prati immensi
dipinti di verde,
dove nei sogni,
coi capelli sciolti,
vai incontro
alle tue bambine.
Messina piange
per il tuo nome.

O quella notte scura,
bagnata di sangue
per mano di bestia
travestita d’uomo,
che solo per orpello
ti teneva legata.

O donna speciale,
l’onore in faccia poi ti gettava
a colpi d’insulti e maldicenze,
come se il tuo lavoro
fosse maledetto,
mentre alle tue figlie
donavi il respiro.

Ora ti penso,
vento di Zeffiro,
mentre aleggi
fra le stelle.
Il breve tempo
che ci hai concesso
facciamolo speranze
e ammonimenti.
Esempio d’onesta
comunione,
di lotta per una nuova
convivenza,
dove l’amore
in ogni contrada
sia rosa odorosa
di rugiada perlata
e mai possesso e imposizione,
occhi di sangue
e pugnali nel cuore.

Ora tu dormi,
o stella d’Oriente,
mentre non dorme
il tuo assassino
stretto nel fianco
del tavolato,
forse lui piange
la sua sventura
d’uomo di niente,
come dice la gente.

TRAMONTI DI SANGUE

Echi d'amore frantumati
Da impulsi di morte
In pensieri gridati:
In quella casa di ghiaccio
Gelido ricordo dei giardini di Eros.
Prende vita una ragnatela perversa
Di consapevolezze e rimpianti,
Di squarci di vita
Che affiorano insolenti:
Mutazione repentina?
Forse no —
Incomprensione latente,
Non comunicazione,
Solitudine —
Falsi sorrisi che segnano distanze,
Precursori di cupe insofferenze
Coltivate negli angoli bui dell'anima,
Esplosive sentenze inappellabili

- Violenza annunciata - devastante -

Di rosso sangue il tramonto
Stasera si tinge.

AMARO SIGILLO

Il cuore squarciato da un lampo
che riluce di voglia assassina,
i capelli chiazzati di rosso
d’un sangue che invade il cuscino;
un rantolo insegue la vita,
poi nulla, la vita è fuggita.
Una porta si chiude,
di passi spediti risuona il selciato.

Diventa sepolcro quel nido
un tempo di rose adornato.
Sigillo è un cuore spezzato
da incerto amore agognato,
illusione di anni perduti
rincorrendo uno sguardo gentile.

Il vento scuote la siepe,
i bianchi gelsomini rapisce.


VIOLENZA VISSUTA

Rimpianto e dolore
-violenza vissuta-
mentre i ricordi dell'amore
pervadono il tuo cielo,
librandosi verso
i profondi grigi dell'anima
dove le speranze svaniscono
ed i demoni banchettano
d'orrido pasto
di cuori lacerati e derisi.






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