Passa ai contenuti principali

Gli SHEKELESH e La Rivoluzione dei popoli del Mare, di Claudio D’Angelo-2021


I Popoli del mare di Claudio D'Angelo

 






 


È uscito dalle stampe quest’estate per i tipi di EtaBeta-ps, Monza-Brianza, il nuovo libro del libero ricercatore storico Claudio D’Angelo, che dopo avere scritto ampiamente sui Siculi, sulla loro lingua e cultura e sui loro percorsi millenari per raggiungere l’Italia e la Sicilia e più complessivamente il mare Mediterraneo, affronta la vicenda bi-centenaria degli Shekelesh (XIII e XII secolo (a.c.), denominazione questa per indicare i Siculi, usata dagli Egizi nelle loro iscrizioni pubbliche. Un libro corposo di oltre 300 pagine, con una ottima prefazione della professoressa Paola Radici Colace, già ordinaria di Filologia Classica all’Università di Messina, la quale compendia ed analizza con puntualità e competenza l’intera opera del nostro Claudio D’Angelo.

 Questo libro, che possiamo inquadrare nel genere della Saggistica Storica, è il prodotto di una ricerca molto dettagliata e certosina che ha impegnato D’Angelo in un lungo lavoro innovativo, d’équipe, con contributi del glottologo prof. Enrico Caltagirone, e del geo-archeologo prof. Francesco Torre, dello studioso ed esperto di culture arcaiche Roberto Giacalone, la professoressa Cecilia Marchese, linguista ed antropologa del Sacro, il professore Dario Palermo Ordinario di Archeologia Classica presso le Università di Torino e di Catania. Ma ricordiamo anche Lia Savarino studiosa e collaboratrice preziosa di Claudio D’Angelo, nonché sua compagna di vita.      

Gli Shekelesh, sono posti al centro della coalizione dei Popoli del Mare, essendo con i Libu (Nordafricani e Libici) che combattevano prevalentemente da terra, il gruppo più consistente e più agguerrito, essi, spinti come gli altri gruppi dalla grande crisi alimentare causata da una lunga carestia, per l’innalzamento delle temperature e la conseguente persistente siccità, decisero nel corso del 1200 a.c. di darsi alla pirateria per intercettare le rotte dei rifornimenti granari che dall’Egitto percorrevano le rotte commerciali del Medio Oriente.

L’Egitto infatti grande produttore di grano, non toccato dalla carestia per effetto della presenza del grande fiume Nilo, riforniva  i suoi possedimenti fino alla Palestina ed oltre, i suoi alleati Ittiti, ed attraverso il grande porto di Ugarit le città-stato micenee, nonché il regno minoico di Creta, ed attraverso il corridoio Siro-Palestinese le città ittite dell’interno, ed i regni babilonese e dei Mitanni.

In pratica il Medio Oriente era un sistema globalizzato, per lungo tempo ben strutturato, con una rete di rapporti commerciali e di alleanze,  in cui l’agricoltura ed il commercio erano i tratti distintivi, sistema che aveva instaurato un lungo periodo di pace e di benessere, veniva sconvolto da questi popoli del mare, che non si limitavano ad intercettare i carichi di grano per mare, ma che assediavano e velocemente distruggevano le città della costa alleate o vassalle dei grandi imperi e delle grandi potenze del tempo. A lungo si è dibattuto  negli ambienti storici sulla velocità e imprevedibilità degli attacchi distruttivi dei popoli del mare e soprattutto degli Shekelesh, ma Claudio D’Angelo ci dà una risposta convincente: i Siculi che erano partiti dalla Sicilia e dall’Italia meridionale, dall’Istria e    Dalmazia, e dall’Epiro non erano solo dei predatori e pirati, ma portatori di nuove idee, e nuove tecnologie belliche, come le spade più lunghe e resistenti, navi veloci e ben costruite, inoltre la mistura altamente infiammabile tra zolfo, catrame e gesso siciliani  veniva utilizzata nel tiro con gli archi lunghi per superare le possenti cinte murarie del tempo, incendiando le abitazioni ed i palazzi che si trovavano all’interno delle mura, mistura  che poi i Bizantini  chiamarono ”fuoco greco” facendone largo uso nelle loro marina da guerra.  Gli Shekelesh avevano la loro base a Dor sulle coste della Palestina, porto e caposaldo da cui partivano per assestare i loro attacchi.

A farne le spese di questa lunga guerra non furono solo i grandi regni mediorientali o il sistema Minoico Miceneo, che implosero per non potere difendere le loro città ed i loro cittadini, determinando così lo scollamento di ogni coesione statale. La richiesta di protezione ai nuovi venuti, da parte delle città che si arrendevano ai popoli del mare, completava il quadro. 

In Egitto i faraoni persero tutti i possedimenti esterni, per lungo tempo perfino il controllo dell’intero delta del Nilo, larghe porzioni di territorio del confine occidentale, dove dovettero subire la potente pressione dei Libu, arretrarono verso caposaldi sempre più interni, riuscendo a mala pena a difendere le loro città ed i campi di grano addossate al bacino fluviale del Nilo.  

Questo libro di Claudio D’Angelo, rappresenta un livello di studio abbastanza alto di quel periodo, nel contempo però la scrittura è scorrevole, a piè pagina vi sono i richiami delle fonti dei vari testi ed autori che aiutano il lettore a risalire alle fonti.

I popoli del mare, una volta completata la rivoluzione, con la sconfitta e la de-strutturazione dei grandi regni dell’Asia Minore, ritornarono in gran parte nelle loro terre d’origine, così fu anche per i Siculi i cui marinai-guerrieri-pirati ritornarono stabilmente in Sicilia, nel Meridione d’Italia, nell’Adriatico, sulle coste dalmate, nell’Epiro (Albania). I Shardana ritornarono in Sardegna, mentre i Thursa(Etruschi) lasciarono le coste della Licia e si trasferirono nell’odierna Toscana ed alto Lazio.

Siamo intorno al 1000 ac, e da qui inizia un’altra storia che vedrà il contrapporsi in Sicilia tra i discendenti degli antichi Siculi (i Sicani) e questi nuovi Siculi con una cultura cosiddetta orientaleggiante, tecnologie più avanzate, anche nelle costruzioni, ed una lingua più moderna di quella dei discendenti dei loro antenati Sicani.

Di questo scontro non abbiamo documentazione storica, se non fumosi accenni di qualche storico vissuto molti secoli dopo, attingendo insicure notizie dalla tradizione orale  popolare, spesso intrisa da elementi fantastici e leggendari, propri dell’età cosiddetta leggendaria. Sta il fatto che i Sicani si attestarono al centro della Sicilia, da Enna verso occidente, spesso sulle alture ben difendibili. Ci rimangono le sepolture, i manufatti, la descrizione a posteriori di alcuni riti religiosi, quello verso la Dea Madre, storie agganciate al Mito come quella su Dedalo, Cocalo e Minosse, Orione, Scilla e Cariddi, alcuni luoghi di osservazione astronomica, e quello che è più importante i toponimi in zona sicana da cui etimologicamente si può giungere al significato, per cui rimando ad una recente pubblicazione sull’argomento di Enrico Caltagirone “SIKANIA”- dai Miti alla Storia edizioni EtaBeta 2020.
In conclusione l’azione dei Popoli del Mare è stata una vera e propria rivoluzione, da allora, nell’immaginario collettivo e nel racconto mitologico, le Colonne d’Ercole furono spostate dallo Stretto di Messina a quello di Gibilterra;

la civiltà dunque si espanse dal Medio Oriente al Mediterraneo occidentale, prese vita la Grecia delle libere Poleis, sulle ceneri degli antichi regni micenei. Nuove realtà sorsero in Oriente come i Fenici che divennero il fulcro commerciale dell’area mediterranea, insediandosi anche in Sicilia con pacifiche stazioni commerciali marittime e nel Meridione d’Italia; sorsero le città stato degli Etruschi. Qualche secolo dopo compare inoltre l’alfabeto consonantico-vocalico nelle varie forme Siculo, Italico, Etrusco e naturalmente Greco, incentivando la scrittura, la poesia e la letteratura.

Un mondo era cambiato e Claudio D’Angelo in questo suo libro ne segue l’itinerario storico fin oggi conosciuto, aggiungendo intuizioni ed ipotesi interessanti. Un libro da leggere e da consultare e che dà stimoli nuovi per la conoscenza delle origini della nostra civiltà occidentale.

By Antonio Cattino© ottobre 2021


Il libro <Gli SHEKELESH e La Rivoluzione dei popoli del Mare>, di Claudio D’Angelo- si può ordinare su Amazon  IBS – presso la Casa Editrice ETABETA-ps (Monza Brianza) -mail <supporto@etabeta-ps.com> o contattando direttamente Claudio D’Angelo sulla chat di Messanger.


Commenti