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Salvatore Quasimodo Illustre Siciliano e Messinese di adozione. Nel 50° anniversario della sua morte, 14 giugno 1968


Salvatore Quasimodo


Salvatore Quasimodo.
Egli è stato fra i maggiori poeti e letterati italiani del Novecento, premio Nobel per la letteratura nel 1959.
Nacque a Modica (Ragusa) il 20 Agosto del 1901, battezzato a Roccalumera(ME), paese del padre e della famiglia Quasimodo il 22 settembre del 1901; la prima parte della sua vita è segnata indelebilmente dalla  presenza a Messina,al seguito del padre, capostazione delle Ferrovie dello Stato,assegnato dopo il terremoto del 28 Dic.1908 nella Città dello Stretto, per riorganizzare la stazione ferroviaria, sconvolta pesantemente dal sisma. La sua prima casa a Messina fu un vagone ferroviario, nel 1919,conseguì il diploma di geometra presso l'Istituto Tecnico A.M.Jaci a Messina. In quel periodo, il giovane Quasimodo, ebbe un incontro fondamentale per il suo futuro di Poeta e Letterato, incontrò e fece amicizia con Salvature Pugliatti e la sua cerchia di giovani amici, fra cui quel Giorgio La Pira che poi fu grande Sindaco di Firenze, Pugliatti infatti divenne giurista ed illustre Rettore dell'Università di Messina.
Dopo il diploma, Salvatore Quasimodo lasciò la Sicilia, per un periodo di lavoro a Roma, dove cominciò a studiare il Latino ed il Greco, in Vaticano, da Mons.Rampulla di Tindari, questo fatto assumerà estrema importanza nel prosieguo artistico di Quasimodo, in quanto gli consentirà di immergersi nei classici latini e greci, di cui fu anche avvertito traduttore, inserendo in quest'opera la sua personale sensibilità poetica e letteraria, individuando quel collegamnento fra la poetica, il dramma e la spiritualità greca, in particolare, con la sua formazione culturale siciliana, che in gran parte risente del ricordo della cultura Greca.
Il suo ritorno in riva allo Stretto, con l'assunzione al Genio Civile di Reggio Calabria, vede il ritorno ai rapporti con Messina, con la sua editoria e pubblicistica letteraria, che al tempo era molto vivace ed attiva, e con Salvatore Pugliatti in particolare.
In questo periodo reggino e messinese,nel 1930, esce il volume "Acque e terre " che diviene compendio completo dei primi 10 anni  di produzione poetica del Poeta.
Il primo periodo di Qasimodo è marcato dalla nostalgia per la Sicilia, che Lui, come abbiamo visto, acquisisce al mondo  ellenico, compongono una sorta di neo romanticismo, molto particolare,con i panorami, i sentimenti, i ricordi maturati in terra di Sicilia. Nel 1931, si trasferisce ad Imperia e con la vicinanza con le grandi realtà del Nord, come Milano e Genova, lo porta ad abbracciare la corrente poetica dell'Ermetismo, di cui diviene uno dei maggiori esponenti, tanto che la sua seconda pubblicazione,"Oboe Sommerso" diventa una sorta di manifesto di questa corrente poetica. La sua freddezza per il regime fascista, se non avversione, non rallenta la sua creazione poetica e letteraria,ed è in questo periodo,che matura le sue convinzioni sul rapporto fra poesia ed arte in generale e potere politico. La guerra poi, con i suoi drammi, porta Salvatore Quasimodo sul terreno del Realismo, un Realismo molto particolare, di partecipazione al dramma collettivo, alle speranze ed alle lotte per la libertà e per la democrazia, nel 1947 esce dalle stampe della Mondatori la raccolta "Col piede straniero sopra il cuore" dedicata al periodo bellico ed alle sue simpatie per la Resistenza; di questa raccolta fa parte l'Ode  "Alle fronde dei salici" che ci dà un alta interpretazione del realismo di Quasimodo, positivamente contaminato dal dramma classico:

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
                                                      PREMI LETTERARI :
 1950 - Premio San Babila
 1953 - Premio Etna Taormina
 1953 - Premio Viareggio
 Nel 1959 gli viene assegnato il premio Nobel per la Letteratura, la sua candidatura era stata sostenuta da grandi personalità,come Carlo Bo e Francesco Flora; a Stoccolma, all'assegnazione del Premio Nobel, pronuncia il discorso "Il poeta ed il politico" che si rifà all'omonimo saggio che pubblicherà nel 1960, in cui affronta il rapporto dell'autonomia della cultura rispetto al potere politico.
                                                 
                                                           RICONOSCIMENTI :

Nel 1960  viene insignito dall'Università di Messina della Laurea Honoris Causa, nonchè della cittadinanza onoraria della Città di Messina. Nel 1967,anche la prestigiosa Università di Oxford,gli conferì la Laurea Honoris Causa.
Colpito da un ictus ad Amalfi,  morì all'Ospedale di Napoli il 14 Giugno 1968.
Le sue opere sono conosciute in tutto il mondo, esse sono state tradotte  in 40 lingue.

Written by Antonio Cattino ©-Pubblicato in Creative Commons - opera non derivata.

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