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La Festa di Pasqua nella Chiesa della Mercede nell’antico Rione Portalegna di Messina: Ricordi di famiglia di oltre 100 anni, nella rievocazione di Pinella Venuti Bonanno



L'incontro tra Gesù e Maria ( Domenica di Pasqua)
L'abbigliamento della Madonna (barocca) con gli ori donati dai fedeli

      La Festa di Pasqua nella Chiesa della Mercede nell’antico Rione Portalegna di Messina: Ricordi di famiglia di oltre 100 anni, nella rievocazione di Pinella Venuti Bonanno, abitante del rione, insegnante e appassionata di Poesia, dell’antica festa dell’incontro di Gesù e Maria, detta degli Spampanati, per i vestiti primaverili con grandi motivi floreali che le ragazze indossavano per la processione.



Ho vissuto la mia infanzia in una casa “muro con muro”con la  Chiesa della Mercede , in via Tommaso Cannizzaro, dove ogni anno ,a Pasqua,  hanno luogo  l’antica festa di Cristo risorto e la tradizionale  Festa delle  Spampanate.

C’è da dire che l’antica chiesetta,che appare nelle stampe nell’inizio del secolo scorso, è stata ristrutturata per volontà del governatore Lillo Bitto, mio nonno materno. Ancora oggi si conserva il suo ritratto nella sacrestia della Mercede,da sempre considerata una chiesa di famiglia.                   

Ma tornando alla Pasqua,sul finire della  Settimana  Santa arrivavano le prime bancarelle dei venditori di calia, dolciumi, giocattoli, statuette di Gesù e Maria e dei santi più invocati che,nel tempo, per effetto della globalizzazione, riuscivano a convivere  con Buddha e divinità indiane.

Nello spiazzo a ridosso della chiesa si cominciava a costruire il forno a legna per cuocere il castrato (a canni ‘nfunnata- la carne infornata) e il sabato mattina si sentiva già il profumo delle noccioline  ‘ ntturrati (abbrustolite).                
I bambini attorniavano il pentolone dal quale  appariva una schiuma di zucchero  che il venditore arrotolava intorno a un bastoncino.

Accanto alla chiesa si posizionava il venditore di”giaurrina” ,zucchero filato appeso a un gancio per essere lavorato con maestria, sotto gli occhi incantati dei  più piccoli, finché non avesse raggiunto la filatura desiderata. Era sempre ben posizionato il “venditore della Fortuna “col pappagallo sulla spalla che,a comando, traeva da una scatola un foglietto col destino per uomo,donna o bambino.

Grandi e piccoli attorniavano il banco coi mostaccioli (biscotti tipici calabresi) appesi in forma di pupe,cavalieri,cavalli e galli,mentre passava il carrettino delle gazzose:anice ,limone , menta ,sciampagnino …

I bambini in festa aspettavano che,alle 11.00, sciogliessero le campane che annunziavano la resurrezione di Cristo per mangiare cuddure e uova. Oggi che la Gloria è notturna,nella chiesa della Mercede la messa si celebra alle  sette del mattino:
sul finire della celebrazione si sente arrivare la banda,al suono di una marcia festosa,poi i fedeli lasciano alla svelta la chiesa perché  è necessario spostare i banchi per far passare le varette.La Madonna della Mercede ha tre vestiti

Nel mattino di Pasqua ,la Madonna se ne va per le strade di Messina col Figlio Risorto ,indossa il vestito delle festa di raso avorio elegante e raffinato con la mantiglia sul capo, come usano le donne spagnole  e il grembiule tempestato di ori,donati dai fedeli . 
La Vergine ha tre vestiti;il più antico è tenuto in bacheca nella sacrestia della chiesa. E anche se la Confraternita della Mercede è un gruppo misto,solo le donne si possono occupare della vestizione;a nessun uomo è consentito assistere.
Dopo la festa,la Madonna viene spogliata e rivestita con l'abito di tutti i giorni fino alla prossima Pasqua.


Esce per primo il Cristo risorto in tutto il suo fulgore,è bene in carne e il volto è luminoso:nessun segno della Passione ;segue piccola e riservata Maria,la vergine spagnola con la sua mantiglia,i fianchi cinti col grembiule tempestato di  ori,dono dei fedeli.

Sulla strada la banda si posiziona dietro la Madonna,che a sua volta segue il figlio risorto e insieme scendono trionfanti,sotto archi di luminarie lungo la Via Cannizzaro, tra due ali di folla commossa e di bancarelle che in segno di omaggio lanciano  manciate di ceci e noccioline.

Le due statue procedono ondeggiando al ritmo di Mira il tuo popolo,seguendo la ‘nnacata ( andatura ondeggiante) dei portatori.

La processione inizia il suo lungo percorso per le vie della città,accolta davanti alla chiesa di S .Antonio da un volo di bianche colombe. Farà il ritorno in chiesa verso le quattordici e oltre.

In passato, nel pomeriggio  sfilavano , su e giù per la  Tommaso Cannizzaro, le Spampanate che già si erano fatte notare nella mattinata con i loro vestiti di Primavera,fioriti e colorati,anche quando il tempo non lo avrebbe consentito.

Intanto si approntava al crocevia l’albero della cuccagna,un lungo palo debitamente cosparso di grasso con in cima una ruota da cui pendevano salumi ,formaggi, pucciddati di pane 
( ciambelle di pane), un bummulu  di vino ( brocchetta di vino) e un  iadduzzu (un galletto) , che erano poi offerti al prete.

I ragazzi tentavano la non facile scalata dell’albero scivoloso incitati dalla folla e alla fine qualcuno ci riusciva.

Oggi s’è persa anche la tradizione du cavadduzzu e l’omu sabbaggiu (del cavallino e l'uomo selvatico),un momento molto atteso dai bambini che seguivano il combattimento con un tifo da stadio. La sera poi  il concerto della banda chiudeva la festa di Pasqua.

Pinella Venuti Bonanno

Commenti

  1. Gentilissima Pinella, come avrai potuto notare, ho inserito solo le traduzioni in Italiano di alcuni termini dialettali messinesi, per facilitarne la comprensione ad un più vasto pubblico. Infatti, negli ampi stralci pubblicati martedì scorso, di questa tua bellissima rievocazione, dalla Gazzetta del Sud, avevo notato, che tanti giovani non capivano alcuni termini dialettali. Spero, che tu e La Gazzetta del Sud, quotidiano di Messina e della Calabria, mi perdonerete per questa mia intromissione.

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