Rosa (Rosinella) Celeste Lucas: Poetessa e Scrittrice in esilio da Messina, oggi friulana di fama nazionale.
Rosa Celeste Lucas ed il suo libro di racconti BORA E SCIROCCO. |
L'ultimo libro di poesie di Rosa Celeste Lucas. |
Lo scrittore Istriano Fulvio Tomizza, premio Strega 1977 per il romanzo "La miglior vita", esule a Trieste, dopo l’esodo italiano dalle terre d’Istria e Dalmazia, scrisse di Rosa Celeste: «Rosinella Celeste, appartiene meritatamente alla schiera dei nostri Slataper, Stuparich ed Umberto Saba …». Ho ragione di credere, non travalicando i confini del vero, che la nostra poetessa sia una stella poetica di prima grandezza, che con la sua produzione letteraria, ma soprattutto con la sua poetica, riluce in un panorama più vasto del Friuli Venezia Giulia, dove ha vissuto dall'adolescenza, insegnando a Gorizia per oltre vent’anni. Ha collaborato alla Terza pagina della Rai di Trieste e al rotocalco “Fogolar” di Isi-Benini di Udine. Inoltre ha collaborato con “Il Messaggero Veneto”, “Il Gazzettino” e la rivista “ Il Vino”. La particolare luce poetica di Rosinella Celeste è certamente generata dal mixer delle due realtà geografiche e culturali di cui essa è impregnata: quella messinese e mediterranea, solare, dai colori accesi, dalla forte passionalità dei caratteri umani e delle sue figurazioni, che affascinano i lettori, e quella più realistica e raziocinante, d'impronta mitteleuropea, seppure viva e sognante, a volte inquieta del Friuli.
Ho avuto in dono da lei, due suoi volumetti, forse quelli che più incarnano questa completezza culturale, una silloge poetica: “Giù la maschera” edito dalla Gaspari Editori, 2015 ed una raccolta di brevi racconti, corredati da alcune poesie, dal titolo "Bora e Scirocco", stampato per conto della “ Nuove Edizioni della Laguna, 2007-2015 - Mariano del Friuli (GO). Bora e Scirocco sono i venti prevalenti che soffiano nelle due terre, in cui Rosa ha dispiegato la sua esistenza, quella fino all’adolescenza, Messina e lo Stretto, lo Scirocco, città che ha lasciato in adolescenza, per ricongiungersi alla madre in Friuli, terra della Bora, questi venti assumono metaforicamente il carattere dei due mondi vissuti. In Rosa c’è sempre però il forte richiamo delle sue origini messinesi, con i suoi riti famigliari, gli ambienti, il mare, i miti, le credenze e le storie, che lascia intravedere, uno struggente sentimento di nostalgia, sebbene schermato dalla vita reale dell’esistenza friulana. Lei stessa, vergando di suo pugno le dediche di questi libri, in una scrive: «Al vero poeta “Antonio” da una messinese in esilio.»
Ho avuto in dono da lei, due suoi volumetti, forse quelli che più incarnano questa completezza culturale, una silloge poetica: “Giù la maschera” edito dalla Gaspari Editori, 2015 ed una raccolta di brevi racconti, corredati da alcune poesie, dal titolo "Bora e Scirocco", stampato per conto della “ Nuove Edizioni della Laguna, 2007-2015 - Mariano del Friuli (GO). Bora e Scirocco sono i venti prevalenti che soffiano nelle due terre, in cui Rosa ha dispiegato la sua esistenza, quella fino all’adolescenza, Messina e lo Stretto, lo Scirocco, città che ha lasciato in adolescenza, per ricongiungersi alla madre in Friuli, terra della Bora, questi venti assumono metaforicamente il carattere dei due mondi vissuti. In Rosa c’è sempre però il forte richiamo delle sue origini messinesi, con i suoi riti famigliari, gli ambienti, il mare, i miti, le credenze e le storie, che lascia intravedere, uno struggente sentimento di nostalgia, sebbene schermato dalla vita reale dell’esistenza friulana. Lei stessa, vergando di suo pugno le dediche di questi libri, in una scrive: «Al vero poeta “Antonio” da una messinese in esilio.»
Mi sono sentito lusingato di ricevere sì tanto riconoscimento da una poetessa, che non solo io giudico importante, come Rosa Celeste, ma anche onorato di essere stato scelto a testimone di questa sua malinconica confessione, cioè di sentirsi “una messinese in esilio”. Poi in una conversazione epistolare lei si dilunga nel ricordo: «sono nata a Messina in via S.Giovanni Bosco 16- Con mia madre siamo tornate in Friuli Venezia Giulia, mia madre era friulana, dopo la tragica notizia della morte di mio padre avvenuta il 28 febbraio del 1943 al largo di Augusta. In seguito, mamma ha ospitato in Friuli, fratelli e sorelle di papà, profughi da Messina bombardata di continuo. Finita la guerra, andavamo spesso a trovare gli zii..che poi, partita mia madre mi trattenevano…forse perché in me vedevano rivivere mio padre...ero il loro amuleto, mi circondavano sempre di grande affetto, e mi facevano frequentare una scuola privata. Poi da adolescente avveniva la stessa cosa, mi iscrissero all’Istituto Magistrale privato del S.Cuore di Messina».
Gli stessi due libri di Rosinella Celeste Lucas, sono a disposizione dei lettori messinesi per la consultazione, ma anche per ordinarne l'eventuale acquisto, presso la Libreria Feltrinelli di via Ghibellina di Messina. Presto alla Biblioteca Tommaso Cannizzaro, al Palacultura di Messina, giungerà la raccolta di racconti e versi “BORA E SCIROCCO”. I testi sono presentati da due magnifiche prefazioni del critico letterario Licio Damiani, che, tra l’altro, bene inquadra questa dualità di riferimenti culturali della nostra poetessa, dualità che diviene tratto distintivo quindi, di una tra le più accreditate poetesse italiane viventi:
Gli stessi due libri di Rosinella Celeste Lucas, sono a disposizione dei lettori messinesi per la consultazione, ma anche per ordinarne l'eventuale acquisto, presso la Libreria Feltrinelli di via Ghibellina di Messina. Presto alla Biblioteca Tommaso Cannizzaro, al Palacultura di Messina, giungerà la raccolta di racconti e versi “BORA E SCIROCCO”. I testi sono presentati da due magnifiche prefazioni del critico letterario Licio Damiani, che, tra l’altro, bene inquadra questa dualità di riferimenti culturali della nostra poetessa, dualità che diviene tratto distintivo quindi, di una tra le più accreditate poetesse italiane viventi:
La Sicilia è anche Isola
La Sicilia è anche la Chiesa
Dove fermentava la forza d’implorare.
A galla nel silenzio, umili
L’altare è muto
Colapesce è svanito nei vortici.
Mi è uscito il Dio romantico
Che mi vedeva pregare le stelle
Attendere segnali dalle Novene notturne
Chiedere amore alle effigi dei Santi.
Com’era facile
Piangere per la luna
La luna che oggi è solo un sogno
Fatto da bambina.
L'8 settembre del 1943, la paura per l'avanzata jugoslava, l'incontro, pieno d'interrogativi e di curiosità, con le partigiane "titine", la carezza della partigiana che stempera ogni timore.
E poi l’esperienza terribile della repressione nazi-fascista al Nord, e l’anelito di libertà
Non abbiamo portato le mani alla nuca
Lungo la lotta per la vita.
Ci hanno colti di sorpresa, alle spalle.
Ma non hanno visto nei nostri occhi
La forza dell’amore; la libertà.
Il ricordo della persecuzione e dell’internamento della madre nel carcere del Coroneo, da parte dei tedeschi, che l’accusavano di aver aiutato i partigiani delle montagne friulane, nel racconto “I xe de tropo”, presente nella raccolta di racconti “ Bora e Scirocco”, dove la donna viene spintonata e scalciata dai tedeschi lungo il Corso del Popolo, episodio che viene così sottolineato da Licio Damiani : «Il gesto convulso della donna che cerca ”invano con movimenti scomposti di abbottonarsi il vestito del lutto recente”, ha la fulminea, dinamica tragicità del celebre episodio in Roma città aperta di Rossellini, con Anna Magnani che rincorre come una tigre ferita il camion sul quale viene condotto il marito ed è uccisa da un colpo di fucile dalle SS.».
Spesso Rosinella è ritornata in Sicilia, nella “sua Messina”, come per rinsaldare con la città un patto
d’amore; così lei ricorda: «Da "grande" trascorrevo l'estate ospite alternativamente dello zio Benedetto e dello zio Nino (che gestiva una panetteria in via Felice Bisazza) - Una volta ho anche soggiornato a Taormina per il Premio Davide di Donatello, come inviata del Messaggero Veneto.».Vedi laggiù tra Lipari e Vulcano
Il tramonto è verde, per te.
Prendilo, te lo regalo.
E ti regalo la risacca nera di Stromboli
Struggente di bellezza e di morte:
voce che risenti nella valva asciutta
dove sono nata.
E ti regalo le Formichine consunte,
esuli da Panarea come i nostri sogni.
E la pesca ai tonnetti, priva di esche
E i tuffi sensuali ed istintivi
In un mare madreperlaceo
- galassia liquida di colori -
Partendo, sei rimasto dritto
Sul grigio obliquo del cemento
Con l’ansia dell’uomo
Che cerca invano un pescespada.
Una poesia d’amore, tra le altre, molto profonda nei suoi intimi significati:
Mi sono giocata la vita.
Ho puntato alla vetta più alta
Io che soffro di vertigini.
Fermarmi al pianoro, dovevo,
diffidare dei ghiaioni, ignorare l’edelweiss
e leccarmi il muso come fa il camoscio d’inverno.
Dovevo amarti solo di presentimento d’amore.
Rosa Celeste Lucas è anche la poetessa del vino, e nella silloge “Giù la maschera”, compaiono alcune poesie che decantano le qualità, non solo organolettiche, di alcuni vini del Nord-Est, ma anche i significati reconditi, che da essi scaturiscono, mi piace citare una sua definizione: «Nelle poesie c’è una duplice tematica e cioè amore e vino e quindi movenze e colori, sapori e affetti, si confondono e si mescolano in un uvaggio simbiotico e sentimentale, diventando acuti motivi di poesia, un possibile aggancio a una mia realtà interiore...». La cultura della vite e del vino quindi come testimonianza della civiltà di un territorio. Ecco cosa avverte, la poetessa nel Terrano, il vino per antonomasia della gente del Carso:
Dolore avrei dovuto provare nel parlarvi
Gente, contadini del Carso,
Non il piacere borghese domenicale
Nei vini scorzati dalla bora
Avrei dovuto guardare
Entrare con voi nei vigneti
Dove si spacca la pietra dura
- tenace il corpo e la malora in cuore -
Ad un tavolo d’osteria
Bevo quel vino aspro e sanguigno
Che per voi diventa
UMANITÀ.
ROSA CELESTE LUCAS, ( in cui Lucas è il cognome acquisito dal marito), lei ama farsi chiamare Rosinella, è la figlia del Comandante di sommergibili GIOVANNI CELESTE, scomparso in combattimento, dopo aver portato in salvo tutto l'equipaggio a 4000 metri dalla costa, nella seconda guerra mondiale, nelle acque prospicenti la base militare e la città di Augusta (SR), dopo un pesante mitragliamento aereo inglese. Eroe della Regia Marina italiana. Giovanni Celeste è stato anche un impegnato animatore e praticante sportivo, fondatore de U.S. Peloro (di Messina) ne è stato Presidente, allenatore e valente attaccante, a lui è stato intitolato il vecchio stadio di Calcio di via Oreto a Messina.
La sua scomparsa ha segnato la vita di Rosinella e della madre. Sulle loro biografie, ha scritto ampiamente il giornalista Massimo Mastronardo di Messina, sul portale “Gran Mircì”:
http://www.granmirci.it/rosinella_celeste.htm
http://www.granmirci.it/rosinella_celeste.htm
http://www.granmirci.it/giovanni_celeste.htm
Pubblicazioni - Premi e riconoscimenti di Rosa Celeste Lucas:
Libri di Poesia:
“POESIE” (Ed. D’ANNA ME-FI) - Illustrazioni del pittore Cesare Mocchiuti al Concorso Cittadella (PD) vinse il premio per l’Opera Prima, la giuria era presieduta da EZRA POUND;
“LA FORMA INCAUTA” (Rebellato ED). 1° Premio al premio Moretti di Udine, Giuria presieduta da EUGENIO MONTALE;
“IL TEMPO DILATATO” (PAN. MI) premiato con “L’Alte Ceccato”, Giuria presieduta da UGO FASOLO;
“ VINO AMORE E POESIA” ( Edizioni della Laguna) a cui è stato assegnato il Premio “ Acino D’Oro” per il vino della Pace (Cormons); Il vino prescelto veniva inviato ai Capi di Stato esteri;
Alcune sue Liriche sono inserite in due tomi editi a cura della Società Filologica Friulana.
Recentemente (2015) ha pubblicato l’ultima sua silloge poetica, per i tipi della GASPARI EDITORE: “GIU’ LA MASCHERA” con prefazione del critico letterario LICIO DAMIANI;
Narrativa:
Sempre nel 2015, Rosa Celeste ha infine ripubblicato per le Edizioni della Laguna, una raccolta di racconti brevi, e versi, “BORA E SCIROCCO” (2007-2015) con prefazione di LICIO DAMIANI.
Il 19 giugno 2008, il quotidiano la Gazzetta del Sud, (quotidiano della Sicilia e della Calabria), ha così recensito BORA e SCIROCCO :
Ricco di sensibilità "Bora e Scirocco" di Rosinella Celeste Lucas
Racconti lirici tra Carso e Sicilia
È un abbraccio ricco di tocchi sensibili e intensi insieme, che come un arcobaleno uniscono le sponde del Tirreno e quelle dell'Adriatico, a caratterizzare i racconti di Bora e scirocco di Rosinella Celeste Lucas, scrittrice di origine messinese che da anni vive in Friuli.
Una ventina di bozzetti, di memorie, di novelle sparse, di racconti dentro un'infanzia «magica tra Sicilia e il Carso» come la definisce nell'introduzione Licio Damiani. Scritti che cercano di comporre e ricomporre un ponte di scrittura e di ricordi che penetrano in un mondo variopinto di sensazioni vissute dentro la storia personale che diventa storia corale. Ci si emoziona nella descrizione degli sfollati che – «atterriti e fissi come al tempo del terremoto» – sotto i bombardamenti degli angloamericani sono costretti a rifugiarsi a Taranto e poi a Monfalcone e a Trieste, dove l'8 settembre le partigiane titine accorrono nella paura generale. Molto bello risulta l'alternarsi delle due geografie che vestono la vita dell'autrice pluripremiata e apprezzata da scrittori quali Tomizza, Maurensig e dal concittadino Giuseppe Longo, per anni direttore del Gazzettino di Venezia.
C'è la Messina dei ritorni, della Madonnina, dei balconi fioriti, dello Stretto raggiante di blu…
_____________________________________________________________________IN CONCLUSIONE
Da parte mia, sapendo di condividere il pensiero di tanti poeti, intellettuali e semplici cittadini messinesi, credo che la Città di Messina, con sue Istituzioni Culturali, debba porsi il problema di un significativo riconoscimento per Rosa Celeste, artista che ha onorato, con la sua opera poetica, la nostra comunità. L’esilio da Messina di cui parla la poetessa, è anche il perdurare di una indifferenza, che andrebbe superata, verso la sua arte e la sua storia personale e letteraria, da parte della “città che sente sua”. In questa direzione il Cenacolo Culturale "Hortus Animae", di cui mi onoro di fare parte e di esserne il vice presidente, nell'ambito delle proprie possibilità, farà certamente la sua parte di proposta e di stimolo.
Antonio Cattino © 10 dicembre 2017.
La poetessa del vino... Una figura affascinante della Messina che vale. Grazie, Antonio, per avermela fatta conoscere.
RispondiEliminaPresto le renderemo il giusto riconoscimento.
RispondiEliminaCaro Antonio,vero Poeta messinese,sei stato oltremodo generoso con me..chè io definisco la mia Poesia solo un "accidente artistico"..ma grazie..finalmente dalla cara Messina un segno d'affetto atteso una vita!
RispondiEliminaLeggendo i tuoi versi, che sono di una intensità e di una finezza encomiabile, giudizio non solo mio, mi sono proposto insieme ad altri amici ed amiche, di riannodare quel filo che ti lega alla nostra città. Sono quelle cose che non si fanno solo per amicizia o simpatia, cose importanti nella vita, ma per colmare un vuoto di conoscenza che arricchirà sicuramente la comunità poetica messinese, dandoti anche un giusto riconoscimento per la tua opera.
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