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Il Pianto della Musa - I drammi del Mediterraneo - Trittico poetico di Antonio Cattino.


Henri Cartier Bresson - Pianto - Germania 1945. dal Web.


Il mare Mediterraneo, da mare di pace e di convivenza, fra la quasi totalità delle varie nazioni e stati rivieraschi, dalla Siria a Lampedusa, alla Grecia, alla Turchia, si è trasformato in un mare di morte e di contrapposizione fra civiltà, in un luogo - non luogo, dove si scaricano le tensioni di un confronto armato tra grandi potenze, combattuto per interposta persona, così in Medio Oriente, così è anche in Africa, per il mantenimento o la conquista di aree d'influenza e delle ricchezze naturali di cui quei posti sono ricchi e che sono sotto il controllo degli imperialismi dei vari paesi interessati.
Siamo oramai giunti ad un cambio di passo della Storia dell'Umanità, con migrazioni  di milioni di uomini e donne verso i paesi sviluppati, specie d'Europa.  Le moltitudini che fuggono dalle guerre, dalla miseria e dallo sfruttamento, partono da paesi distrutti dai conflitti e teatro di violenze inaudite; fuggono e spesso muoiono in questo mare. Sono nate  nuove figure di sfruttatori dediti al lauto commercio clandestino di esseri umani. Ciniche figure di trafficanti, con protezioni politico mafiose, che dopo aver intascato l'esoso prezzo del viaggio, mandano quest'umanità alla deriva, su imbarcazioni fatiscenti, il più delle volte destinate a luttuosi naufragi.
Il Mediterraneo è così diventato un grande cimitero e quai sempre un mare di sofferenze inenarrabili. Gli stati sviluppati, in gran parte occidentali, sembrano paralizzati nella loro politica di chiusura, sia nell'accoglienza, quanto a concertare politiche di pace e di sviluppo economico delle aree da cui si fugge. E' questo il dramma nel dramma, l'abdicazione degli  degli stati sviluppati davanti alle proprie responsabilità di agenti di Pace e di progresso civile.
Occorre che la Cultura, l'Arte, la Letteratura e quindi la Poesia facciano sentire la loro voce, diventino luoghi attivi di idee e lotta per una nuova convivenza ed una nuova era di Pace.
Facciamo che le Idee di Pace, la Cultura, la Bellezza e la Poesia, vincano sulla morte e sulle logiche di guerra ! 
(a.c.sax)




IL PIANTO DELLA MUSA

Impiccato alle sbarre di un cancello
insieme alla giovane compagna,
ondeggiano allo spirar dei venti
con sinistro dondolio.
Vi era una città intorno,
oggi non più!
Solo buchi nel cemento,
pareti nelle strade,
macerie mischiate a ferraglie
di bus coi tetti squarciati
che innalzano lamiere
come mani corrose
da lebbra grigiastra
in ultimo sussulto mortale.
Oltre non vado. 
Non ho più carta.
La mia Musa
indossa la tunica viola
e s’inginocchia fra immature agonie
mentre ferrosi avvoltoi
defecano sull’ultima chiesa.

Non disturbiamo però
i gai fraseggi amorosi
cosparsi di libidine
del ricco banchiere
al di là dell’oceano,
con la prospera escort
conosciuta alla 
stazione dei taxi
di Wall Street.
Intrecciano le braccia
in un prezioso brindisi,
in cristalli di Boemia
Champagne francese del ’96.
Antonio Cattino©20/04/2017.


LAMPEDUSA

Se c’è quel Dio che il tuo cuore agogna

 O uomo che rincorri ogni speranza

 per uscire dalla solitudine infernale

 di tua umana condizion finita;


 E’ proprio lì, in quell’isola  lontana

 ove s’affollano le estreme sofferenze

 d’una umanità persa nel tempo

 e le speranze  e sogni di riscatto

 dalla miseria estrema a dalla morte

 che mietitrice avida rincorre

 ogni  apparir  di vita  nel deserto;


 Sicuramente è lì, a Lampedusa

 fra gli stracci fradici ed intrisi

 dell’acqua salsa di quel mar nemico

 azzurro cimitero senza bare

per  vite che non hanno mai contato

se non per i tristi mercanti di sventure;


 E’ lì che io mi porto col pensiero

quando le notti di Natale rinnovo

in gremita cattedrale  la ricorrenza

d’un bimbo  che tradizione vuole

sia nato sulla paglia di una stalla;

vedo nel rito accomunati

sfruttati, sfruttatori ed affaristi

in tempio dorato e maestoso

fra l’orrido scintillio delle ricchezze

 fra lussuosi  abiti e gioielli;


Quel Dio, sta sicuro amico mio,
 in quella chiesa è assente
ma nasce  fra gli scogli di quel mare.


Antonio Cattino
©3 luglio 2013.



IMMENSO CIMITERO D’INSEPOLTI 

In ricordo di una immane strage che grida orrore.
La mia penna  si rifiuta di tracciare
altre parole che esprimano dolore
ed allo scrivere che vorrei tentenna
segnando linee sghembe sulla carta
che gridano orrore e raccapriccio
per le vite annegate in salse onde
d’un mare che sempre più diventa
immenso cimitero d’insepolti.

Umanesimo e civiltà oscurate
da loschi giochi d’un potere immondo
che di sofferenza e morte fa tesoro.

Dove siete illuminate menti
che governate i popoli civili ?
Spegnete ogni guerra e liberate
ogni  sforzo per una pace vera
dove la madre più non seppellisca
il figlioletto ucciso dalla fame!
La libertà che in Occidente alberga
da gloriose lotte  conquistata
sia il sestante di nuova rinascenza
e guida per i popoli sfruttati !


Antonio Cattino©19 Aprile 2015


Commenti

  1. Un trittico poetico di Antonio Cattino contro la guerra, per diffondere il messaggio di pace e di non violenza, con la speranza che un giorno possano davvero finire questi conflitti e potremmo davvero vivere in un mondo senza discriminazioni, razzismo e violenza.

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  2. Purtroppo di fronte alla tragedia sta il mondo politico, i suoi dibatti e i suoi scontri. Più è grande la tragedia dei mille annegati, più è tragica l’insensibilità di quel mondo.

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  3. Grazie Maria Pia, il tuo augurio possa diventare l'augurio di tutti!

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