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Adelaide Cantafio, Poeta - Il fascino delle parole. Conversazione e Poesie.



La Poetessa Adelaide Cantafio


Conversando con la poetessa Adelaide Cantafio

Può una città che qualcuno definì, credo con cognizione di causa, “verminaio“ per i loschi affari fra politica, potere e malaffare aspirare a divenire Città della Bellezza e della Poesia ?  Ne discutiamo con Adelaide Cantafio, docente di Lettere Classiche, da pochi anni in pensione, ha insegnato Lettere Classiche nei Licei di Patti, Barcellona P.G. e negli ultimi 20 anni di carriera al Liceo Classico  “G.Maurolico” di Messina.
Adelaide Cantafio rappresenta, per giudizio di tanti poeti e letterati, una delle penne poetiche più fini e preziose della poesia messinese e siciliana contemporanea, nata in vero a Catanzaro in Calabria, l’8 gennaio del 1946  ma, come lei stessa aggiunge prontamente dall’altro filo del telefono, “da oltre 50 anni figlia adottiva della Sicilia che amo al pari della mia terra d'origine.” - e quindi aggiunge – “ Messina è stata sempre sede privilegiata di poesia, basti pensare alle frequentazioni messinesi di Giovanni Pascoli , l’opera di Tommaso Cannizzaro, e poi Edoardo Boner o il lungo soggiorno messinese di Salvatore Quasimodo, le frequentazioni Vann’Antò, l’estro poetico di Nino Ferraù che ha anch’esso scavalcato  l’Oceano; recentemente abbiamo perso le bravissime Maria Costa e Jolanda Insana, tanto per fare alcuni nomi, ma altri ce ne sono stati nella provincia, a Barcellona con Bartolo Cattafi e Nino Pino Ballotta , a Patti con Lucio Piccolo fenomeno poetico nazionale”,  a Milazzo in cui recentemente è stato ricordato Carmelo Coppolino Billè con l’istituzione di un premio letterario, ricordo io. Poi lei prosegue “occorre confinare il “vermiaio” negli ambiti che più gli confanno, staccarlo dal corpo vivo della città, tagliare completamente i legami con la politica e le istituzioni, ed allora potremo cominciare parlare di una città che ritorna ad essere Sede di Bellezza e di Poesia. Il fiorire di tante nuove poetesse e poeti in questa città e nei centri della provincia, di tante iniziative culturali rappresenta un fatto rivoluzionario, di grande partecipazione, che certamente darà i suoi frutti.”  Concordiamo che bisogna restituire dignità alle persone e riparando i torti che le persone hanno subito, operare per alleggerire l’endemica mancanza di lavoro. Realizzare un vero diritto alla scuola ed alla cultura, viviamo in una terra bellissima con un ambiente naturale che tutti ci invidiano, lo Stretto, quindi il mare, le belle primavere, le lunghe estati temperate, in un contesto storico-mitologico di grande rispetto, tutto porta alla Bellezza. Lei mi dice: - Anche  la Poesia è connaturata col suo animo, ha sempre marcato con i versi i momenti belli o meno belli della sua vita, colmato le solitudini sottolineato i momenti di felicità. Per lei la Poesia è mettere in campo la sua anima, le verità maturate, un fatto intimo quindi di legame con il “terreno” e soprattutto con il grande mistero della vita e della morte.  La Poesia è anche il messaggero privilegiato dei suoi sentimenti, d’amicizia e d’amore per cui mi dice chiaramente: " la mia legge di vita è stata sempre l'Amore, l'Amore in cui sono stata allevata, che ho ricevuto e dato; quello che ho cercato sempre di trasmettere ad alunni, amici, figli, ed ora, ai nipoti. Dovremmo tutti crescere nell'Amore fino a identificarci in esso e proteggerlo sempre, di fronte al senso di una vita spesso crudele o, comunque, doloroso". Le chiedo se abbia finora pubblicato dei libri di poesia, delle raccolte, lei mi dice che tutte le sue poesie, giacciono in un cassetto; non vi è stata nessuna pubblicazione tranne 10 poesie nell’ antologia' "Orme di poesia" curata dal poeta Pasquale Rea Martino. Io aggiungo e quelle pubblicate nel mio blog, un trittico, ed ora sei poesie, una piccola silloge a cui dovrà seguire necessariamente una corposa raccolta da dare alle stampe. Il merito poetico e l’ordito fascinoso e colto delle parole di Adelaide Cantafio dovranno essere diffusi e conosciuti dagli amanti della Poesia.

                               OTTO LIRICHE di ADELAIDE CANTAFIO:




S'ACCORCIA IL FILO

Era notte 
e dalla finestra 
mi giungeva flebile 
un canto 
mentre al suono di mesto strumento 
rispondeva un singhiozzo del vento 
al mio fianco un pallore di luna 
che pietosa posava al mio lato 
parve a un tratto 
davanti mi ampliasse 
la matassa degli anni vissuti 
e pensai alla morte dei fiori 
quando stanchi reclinano al suolo 
alle danze e alle corse sull'erba 
a un'immagine verde di mare
rispecchiata in due corpi intrecciati
a quel perdersi di occhi negli occhi 
con le morbide  labbra incrociate
e sentii una fitta nel petto 
ed un battere folle 
nel capo...

( Era Autunno 
ormai giunto alle porte 
attraverso il mio bianco di chioma 
che veniva a gravar d'altri pesi 
il mio filo di giorni accorciato)



-  IN ANAGRAMMA "RESA" "SI FA SERA"-

Ho un' unghia in petto
salsa di marosi 
che graffia anni di polvere 
raccolti in sacchi fitti e alla rinfusa
una coscienza greve
che allenta la presa 
stretta nel vortice di strappi della resa
e regge a mala-pena le cadute
in un duellare a morte col respiro
ma... liquido geme il taglio
nel secco di bellezze sbriciolate
polla vibrante
entro la sabbia arsa del rimpianto
in cui resiste ancora la parola

(visto a quel passaporto
di un poi d'attesa 
che si è consumato
all'affilarsi lesto
dell'ombra estrema 
al tempo della sera)

- QUANDO LA NOTTE  ODORAVA D'ESTATE -

Raccoglievo conchiglie color di luna 
pietre odorose di alghe 
tra sortilegi d’onde alla marina 
e foglie di seta su rosa di pesco 
all’orto tutto in fiore dei pensieri 
c’era la notte sull’albero del cielo 
quando serravo al petto arcobaleni 
quando nel dentro 
acqua lustrale in eco 
mi serpeggiava arcano di languori 

e c’è la notte ancora 
dal paravento azzurro traforato 
scruta discreta e ascolta in commozione
 me che salmodio incanti 
e cullo mesta il nulla tra le mani 

(vuoto di spola 
nel ri/filare amore 
aveva intessuto al vento 
le sue tele)


- PASSI DI PAROLE -

Camminano da sole 
le parole 
affondano stanche un piede 
nella sera 
a disvelare il nero di un accordo 
muovono lieve l'altro 
nel ricercare il rosa scolorito 
d'ore vissute e in albe 
... consumate

- Moriva l’anima verde (...e tu mi sei accaduto) -

ero vita di foglia 
al freddo irrigidita 
e in verde agonizzante 
soffocavo
l’urlo della mia pianta 
che a braccia tese in alto 
fino al cielo 
soffriva dell’assenza 
di quel frutto 
che maturasse ancora 
alla stagione 
poi d’improvviso apparve 
chi mi indicò un germoglio 
mai sopito 
chi mi adagiò tremante
sulla spiaggia
chi piano mi distese 
sull’erba sempre/verde
del passato
e in una stretta calda mi trasmise 
voci di boschi  
echi  di spiagge e mare
tra suoni di bellezze colorate 
e dispiegò il suo odore 
già a me noto
tutta ammantando me
dei suoi respiri 
in soffi d’azzurro 
e acque rinnovate

- L'EPILOGO NON DIEDE LA ... FARFALLA -

E quando volli 
fui occhi e alba 
sole e tramonto 
fui  luna 
e fui la tua marina ... i tuoi delfini 
fui la tua perla 
quella racchiusa in scrigno di fondale 
che nel  silenzio 
al mare recitava

"Amo di te il profumo
il gusto ed il colore 
di quando all'imbrunire 
si nasconde il sole 
amo quell'ansimare 
d'estasi marina 
che ci  trasmuta in danza 
i gesti e le parole" 

e quando
poi
non volli 
giunsi al "mea culpa"
con unghie uncinate 
per cancellare 
una grafia d'amore 
che in sano lenimento 
un tempo mi gocciava
rugiada di redenzione 
e non di pianto

-MELODIA A LUTTO ...-

Soffio inatteso 
ed è pioggia di pietre 
che strozza all'istante 
il chiacchierìo sonoro 
dell'alveo trasparente 
folata tempestosa 
squaderna lo spartito 
spazza rapace i fogli 
pronti da riempire 
e da intonare
note di fiori 
umili e chine al suolo 
gemono una preghiera 

(mesto e stupito accordo 
a quella litania) 
che labbro d'Amore 
non cessa di cantare 
col cuore a palmi vuoti 
levato contro il cielo


- CHISSA' ... FORSE PENELOPE -

La mano del buio 
non frena 
lo scorrere continuo dei sospiri 
dal pugno semichiuso 
non fa cessare il vento delle cose 
e appende stracci bianchi alle pareti 
per quadri di certezze consumate 
in smalto spento 
e a tratti già scrostato
ma bruma azzurrata 
riflette il suo sorriso dietro i vetri 
manda scintille 
sulla condensa fissa di memorie 
e intesse un sogno 
per poi disfarlo all'alba 
strappandone quel filo 
che segue la sua trama 
e attendere di nuovo 
coi capi riannodati 
che la visione torni
e ricominci il gioco


ADELAIDE CANTAFIO - (c)
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