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A Milano ... gli inversionisti

Inversionisti


Il 14 Maggio 2016 ore 15,30 presso il salone “ Cam  Garibaldi di Milano”
si è svolto il secondo evento della Corrente  denominata “Inversionismo”.
Due ore e mezzo di incontro con il pubblico attraverso  le letture del movimento.
La  performance  è stata configurata tra maschere e mantelli neri per rendere anonimi
gli autori . Far soffermare  così l’attenzione dei presenti soltanto alla voce come mezzo 
immediato degli scritti. 
Una prova tangibile della voglia  di esperire  un nuovo modo per leggere poesia. In breve,
l'inversionismo  cerca di comporre scritti per esprimere la sensazione come l'autore la vive, in tutte le sue sfumature. Nel testo inversionista il suono formato dalle parole esprime a sua volta la sensazione o una parte della stessa con cui quelle parole vengono vissute, questo vale anche per il tempo. Lo stile invece è un discorso più complicato. Non c’è "uno stile" ma usiamo lo stile che reputiamo più consono a quella data espressione. L'uomo è poliedrico quindi poliedrico è il nostro modo di scrivere.
L’evento è stato organizzato dall’associazione “Teatro delle Donne” di Milano.


UN GREMBIULE DI SILENZIO
Ombre che cadono in lentezza di cave colline. 
Le accolgo nel ritorno feroce di un corPocoperto.
Mi sdraio. Toccano sotto il sole cieco.
Sono cadaveri che decidono.
Oggi è un sasso. Dopo è l'inerzia della canna dietro la candela .
Un vuoto. 
Un vuoto.
Un vuoto fatto di pozzi e ghetti perenni schizzati tra  labirinti. .
Oggi qualcosa ha bruciato l’acqua del tempio.
E Didone  m’ attende sotto la sua penisola che cade fino a ieri.



C'è una folla. I buchi stanno nel petto. L’Ade scivola come una sorda conchiglia. 
__________L’interrato è il numero duemilatrecentodiciassette.
Mi disperdo.
Un altro interno chiuso.
Intanto scorre il flusso.

Di Francesca Dono


-ATROCE-
atroce non è lo scudiscio
che sferza la schiena
negli attimi di dolore; 
o la morte 
che appanna gli occhi 
e condensa in lacrime, 
che strugge gli animi 
e scortica i cuori. 
Atroce non è la lama 
che lenta squarta 
il nostro ventre
nell'ira
o nella più profonda
delusione d'amore. 
Atroce è l'apatico
stanco e pedante respiro
che accompagna 
ogni quotidiano passo
ad insozzare d'oltraggio 
la vita.

Di Chirio

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