PER L’8 MARZO -
Non festa, ma ricorrenza
di un giorno funesto,
capostipite di storia marciante
della metà del mondo
in cerca di uguaglianza:
Canti, propositi e lotte,
Programmi e sfilate,
Mimose, progressi,
Lotta per la libertà,
Anelito di nuovo
che tarda, si ritrae, tentenna.
Totali consapevolezze enunciate
e violenze vissute
fra mura di case odiate,
mesti sorrisi da visi tumefatti.
Muto è l’incenso festivo
spesso di zolfo odorante.
Segrete pratiche ancestrali,
mutilazioni,
schiavitù dorate, servitù meschine,
dolore e morte, rabbia repressa-
Giù, nel Sud del Mondo - il buio-
l’estrema estenuante fatica
per dare e coltivare la vita.
Neri, non trasparenti veli,
coprono manichini minuti
che scivolano furtivi
fra bassi cortili arcuati.
Turbinio di pensieri stasera,
quando nuove morti ghermiscono
donne e ragazze,
da falsi amanti guidate,
mentre mercanti di gioia,
sornioni, incartano cuori di latta
in freddi fogli di plastica
con frasi d’amore:
-fatuità, forzate allegrie.
Ogni anno 8 Marzo ritorna,
un bacio ed una carezza gentile
per dare senso alla vita,
per dare dolcezza al tuo cuore.
Donna!
Il mondo con te si rinnova,
continua con te ogni vita.
Antonio Cattino ©
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