Copertina del libro |
Claudio D’angelo ritorna sulla Storia millenaria dei Siculi, dopo la pubblicazione di un suo primo libro, sullo stesso argomento nel 2015. Non si tratta però di una semplice ristampa, riveduta e corretta, ma di un nuovo libro che concretizza attraverso una estesa opera di ricerca, le intuizioni e le scoperte storiche già enunciate in quello studio del 2015.
Questi tre anni hanno visto Claudio D’Angelo immerso fra antichi e recenti testi, nel visitare musei e luoghi storici della frequentazione sicula, in contatti con storici, glottologi, linguisti, archeologi, ricercatori di varie discipline, per delineare e rendere fruibile al vasto pubblico dei lettori l’intera epopea di questo straordinario popolo.
I Siculi infatti, dalla lontana valle dell’Indo, raggiunsero dapprima le rive dei grandi laghi al Nord degli Urali, (oggi mar Nero e mar Caspio) e poi, attraverso l’Europa centrale e danubiana, giunsero nella riva continentale del mare Adriatico, a cui diedero il nome della loro divinità suprema, il dio Adrano, dio della guerra e del fuoco, che a questo straordinario popolo assicurò protezione e destino favorevole.
I Siculi nell’arco di tempo che va dal 2000 al 1800 a.c. attraversarono ad ondate successive questo mare e si stabilirono nella penisola italiana, allora chiamata Enotria, per i coltivatori di vite e produttori di vino che l’abitavano. Il prof. Enrico Caltagirone, insigne studioso di lingue e culture orientali, ha seguito dal punto di vista glottologico e linguistico questo popolo nelle diverse traiettorie di migrazione in tutto il bacino del Mediterraneo e per quanto riguarda l’Italia il loro percorso attraverso l’Europa danubiana, individua nella lingua dei Siculi la madre di tutte le lingue italiche, compresa quella protolatina. Enrico Caltagirone ci dà anche la certezza che la lingua dei Siculi presenta una stretta parentela, quasi identità, con la lingua proto-sanscrita, parlata migliaia di anni prima nelle valli dell’Indo ed in tutta una vasta area al confine tra l’odierna India ed il Pakistan. Il prof. Francesco Torre, già docente di Geoarcheologia all’Università di Bologna, nella sua nota introduttiva al libro sottolinea come la storia della Sicilia, la sua cultura, la sua civiltà, le sue tradizioni, siano tuttora impregnate di quello spirito che seppero infondere i Siculi a questa terra. Certo, la Storia la scrivono i vincitori, i Greci fecero di tutto per cancellare ogni segno distintivo siculo, dalla religione alla lingua, trovarono però seri ostacoli in quest’opera di cancellazione dell’identità sicula, che invece fu raccolta da Ducezio il re dei Siculi che mobilitò il suo popolo per combattere lo strapotere dei tiranni greci, confrontandosi militarmente con loro e spesso ottenendo la vittoria sul campo di battaglia. Claudio D’Angelo parla estesamente della figura carismatica e coinvolgente di questo condottiero, confutando anche alcune affermazioni degli storici greci che, nell’intento di essere graditi alle oligarchie dominanti, hanno minimizzato e spesso stravolto la statura di questo grande condottiero siculo.
Ducezio con la sua azione politica e militare, con la fondazione di una capitale, Palikè, nei pressi dei laghetti sacri di Naftia, ricreò una coscienza nazionale sicula. Non solo quindi città stato autonome una dall’altra, ma nella syntèleia da lui creata, l’alleanza di un intero popolo che si batteva per la propria indipendenza e per stabilire equi patti con le città siceliote.
L’epopea di Ducezio anche se poi svanì negli obiettivi, per le sconfitte militari subite, rimase fortemente radicata nelle genti di Sicilia, nel ricordo della tradizione orale che durò fino ed oltre la conquista romana. La splendida figura di Ducezio e la combattività del suo esercito furono anche l’eredità, di una grande tradizione militare e di ardimento che vide alcuni secoli prima, nel XIII secolo a.c., per circa venti anni, i Siculi, dagli Egizi chiamati “Sechelesh”, al centro della coalizione dei Popoli del Mare, coalizione che determinò la fine di grandi civiltà e regni del Medio Oriente e mise sotto scacco gli Egizi con ben due assalti ed invasioni del suo territorio. La ricerca e lo studio di Claudio D’Angelo anche su questa parentesi storica, poco conosciuta e controversa, sono estesi, il libro risulta ricco di notizie e di fatti che aprono la strada ad una nuova e più veritiera interpretazione della storia pre-romana e pre-greca dell’Italia e della Sicilia.
Con questo libro Claudio D’Angelo, in definitiva, comincia a togliere tanti veli sulla Storia dei Siculi, popolo che si caratterizzò come portatore in Italia, ma soprattutto in Sicilia, di una forte ventata di rinnovamento culturale, civile e tecnologico, modernizzando l’agricoltura e l’allevamento del bestiame, introducendo il cavallo, fondando nuove città, templi e santuari, eccellendo nell’ arte metallurgica e nell’arte della guerra. Questo libro diventa quindi un imput affinchè accadano dei fatti nuovi, si incrementi la ricerca archeologica e la ricerca storica, si istituiscano corsi di studi regolari nelle Università sui Siculi e sulla Sicilia pre-greca.
Intanto Claudio D’Angelo va avanti, ha un programma aperto di presentazione del libro in tutta la Sicilia. Sarà l’occasione di un vero e proprio disvelamento delle vere origini del popolo siciliano e di una ampia discussione con studiosi, appassionati e cultori della Storia antica della Sicilia, superando talune semplificazioni a cui spesso abbiamo dovuto assistere non solo sui social network ma anche nel mondo della cosiddetta cultura ufficiale. In questo libro che dovrebbe essere presente in ogni biblioteca della Sicilia, l'autore avanza un'ipotesi affascinante, che approfondirà in un prossimo lavoro, cioè che i Sicani che precedettero i Siculi nell'abitare la Sicilia, non fossero altro che Siculi della primissima ondata, giunti forse per vie diverse in Sicilia, a differenza dei Siculi però non conoscevano l'allevamento del cavallo, erano però esperti costruttori di navi con le quali commerciavano pacificamente nel Mediterraneo, erano inoltre matriarcali e la loro religione s'incentrava sull'adorazione della Dea Madre. La loro storia spesso s'intreccia col Mito, la difficoltà maggiore per gli storici ed i ricercatori è la mancanza di reperti di scrittura, ma quello dei Sicani, sarà un problema che si affronterà in seguito, promette Claudio.
Infine è importante ricordare come Claudio D’Angelo abbia saputo coinvolgere in quest’opera di ricostruzione e sistemazione storica bravi ed informati studiosi come Irene Soggia egittologa , Mario Corso specialista di genetica, Alberto Scuderi archeologo, Roberto Giacalone e Lia Savarino ricercatori storici siciliani ed altri. Contributi particolari sono venuti da Alessandro Fumia, per i suoi studi sulle pietre egizie di Messina, e per l’arte “poetica e teatrale” del maestro Nino Pracanica di Milazzo che, tra l’altro, sta diventando sempre più il Kunatastorie dei Siculi e della loro tradizione.
Devo ringraziare però l’amico Claudio D’Angelo per avere voluto inserire nell’appendice del libro una mia lirica “Ode a Ducezio primo Re di Sicilia”, della quale alcuni versi sono stati tradotti gentilmente nella lingua siculo-sanscrita dal prof. Enrico Caltagirone, nonché per la citazione di un mio piccolo lavoro divulgativo “Trinakria” sulla Storia dei Siculi di Sicilia scritto nel 2013, gradite sorprese di cui rimango grato ed onorato.
Antonio Cattino, 11 Aprile 2019.
Claudio D'Angelo è impegnato attualmente in un fitto programma di presentazione del Suo libro, oltre ad essersi sottoposto ad un considerevole lavoro di ricerca per realizzarlo, sta battendo l'intera Sicilia nell'opera di presentazione, con grande spreco di energia per diffondere le verità acquisite.
Ecco uno specchietto dei nuovi incontri già programmati e quelli in corso programmazione:
- 25 aprile 2019 ore 17,00 - San Biagio Platani (referente Lia Savarino);
- 27 aprile 2019 ore 17,30 - Pedara (referente Leone Venticinque);
- 3 maggio 2019 ore 17,00 - Termini Imerese - PA - (Referente Max Lucania)
- 11 maggio 2019 ore 17,00 - San Biagio Platani (referente Lia Savarino);
- 17 maggio 2019 ore 10,00 - Istituto Comprensivo "Barbera" di Caccamo - PA - (referente Antonella Liberto)
- 18 maggio 2019 ore 18,00 - Adrano (referente Vincenzo Di Primo);
- 24 maggio 2019 ore 18,00 - Caccamo - PA (referente Antonella Liberto);
- 25 maggio 2019 ore 18,00 - Villafranca Tirrena - ME (referente Pasquale Olivo);
- 2 giugno 2019 ore 17,00 - Catania - (referente Liliana Cosentino).
In via di definizione: Cefalù - PA (referente Clarice D'Agostino), Siracusa, Palermo, Ragusa, Taormina, Mineo, Trapani.
Ti ringrazio Antonio Cattino per avermi annoverata tra luminari come Claudio D'Angelo, Francesco Torre, Enrico Caltagirone, Alberto Scuderi e Irene Soggia ....Studiosi e ricercatori come Roberto Giacalone, Mauro Corso e Alessandro Fumia.
RispondiEliminaIl mio piccolo contributo è niente in confronto al lavoro di Claudio che ha dato voce alla parte più nascosta delle nostre origini, quella voce ... che parla senza filtri, ma con coerenza e onestà intellettuale.
Il libro di Claudio rappresenta ciò di cui la nostra cultura ha bisogno.
La cultura ti ringrazia e io pure Antonio!!!. Lia Savarino
Grazie a te Lia, il tuo ruolo è importante in quest'opera perchè oltre alle conoscenze che possiedi, hai tenacia unita ad un'ammirevole passione.
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