Il silenzio è la scrittura dei saggi, ha una sua carica creativa che riempie i vuoti dell’anima. E’ ascolto profondo dei sentimenti, dei pensieri, delle emozioni di chi ci vive intorno. Risveglia i cuori dal torpore
Ridona vigore, è rassicurante e avvolge come un caldo abbraccio in questo tempo dove la confusione detta le leggi. Diventa una necessità di fronte ai tanti rumori inutili che ci circondano solo nel silenzio sento il mio Essere.
Il silenzio è consapevolezza dei propri limiti e diventa rumore dell’anima solo quando si unisce al battito del cuore e all’ unisono parlano lo stesso linguaggio.
E’condivisione delle proprie emozioni, crea ascolto e da esso nasce il confronto costruttivo ed efficace perché pone domande e a ogni domanda c’è sempre la ricerca di una risposta e soluzione per questo alla fine il silenzio crea momenti unici e indimenticabili.
Il silenzio ha un suo significato intrinseco fatto di una libreria di parole, costituite da un alfabeto di lettere disordinate che creano riflessioni, sensazioni.
Diventa voce interiore che grida dal profondo liberandoci dalle catene dei conformismi e dei condizionamenti.
Regina Resta 5 agosto 2013
Ho trovato questo pensiero di Regina Resta tra i ricordi della mia bacheca di Facebook, devo dire che mi ha colpito così tanto da suggerirmi di creare un evento di comunicazione poetica fra alcune amiche ed amici, per approfondire, ognuno con la propria sensibilità, e quindi sviluppare questo tema: cos'è il silenzio? Quali orizzonti ci apre,nel nostro intimo, nel nostro sentire? Il silenzio non è solo assenza di voci e di rumori, ci sono voci che noi sentiamo al nostro interno, è la condizione per un confronto con noi stessi, è aprire la nostra mente alla riflessione, è meditazione, condizione essenziale per ogni cambiamento, quindi è il luogo per l'azione della nostra anima che trova nel silenzio la condizione ottimale per librarsi in volo.
La chiudo qua proponendovi una mia poesia, e poi darò il giusto spazio alle poetesse che hanno aderito all'iniziativa ed all'amico poeta siciliano Alessio Patti.
ELOGIO DEL SILENZIO
SILENZIO AGOGNATO
CHE ILLUMINA LE MIE SOLITUDINI
CANTO DEL TEMPO CHE SCORRE
NEL SOGNO DI UNA VITA GENTILE
IN TEMPI URLANTI DI NOIA
DI MENTI UCCISE E SEPOLTE
IN UN PAESE CHE DORME
DAVANTI AGLI SCHERMI PARLANTI
E GUARDO LA GENTE CHE PASSA
FRA ALTOPARLANTI INFERNALI
E TANTO DOLORE CHE VEDO
DI BIMBI UCCISI PER FAME
DI DONNE ANZITEMPO SFIORITE
DEI LORO SOGNI SPOGLIATE
DI FIGLI CHE UCCIDONO I PADRI
DI MADRI CHE MADRI NON SONO
ED POI SILENZIO SOVVIENE
RITORNA LA MIA VERITA'
DA UN POSTO NASCOSTO NEL TEMPO
NEGLI ALTI CIELI COL VENTO
ED ALLORA VENGA IL SILENZIO
LA QUIETE DEI GIORNI VISSUTI
NEL LAGO DEI MIEI DESIDERI
CHE PORTANO FIORI AGLI AMORI
SOPITI E SENZA FUTURO
MENTRE UNA NAVE RIPARTE
E LASCIA STRIE DI FUMO
E PORTA CON SE’ UN SORRISO
CHE FORSE UN DI' TORNERA'. Antonio Cattino
Francesca Dono
Francesca Dono ci propone un suo brano:
Il suo bacio aprì il fianco. Complice della marea che rinsaccava fiorita dalla finestra. Fluì così dal corpo, quella volta.Rompighiaccio del battito fuggente. Lentamente dal piano massiccio delle spalle di Brian verso la seta folle di Laura. Si fece largo nel crepuscolo di quel momento.Tra desideri e inferni.Poco prima del raggio di luna diradando oltre la fusione delle loro menti un vicolo per alzare lo spazio.Cavalcarono insieme nel silenzio. In silenzio con ogni nudità scavata da Lei per lui e con le bocche scrollate dai veleni fino a saziare i meandri di chissa’dove. E primordiali si fecero vestire d’istinto. Attraversando dalla testa i pori odorosi. Nel fiato si abusarono cosi’lentamente. Snelli,proprietà di ognuno e di nessuno . Dalle natiche oliate ma sregolati del silenzio.Come piloti transitori . Come attese di azalee alzate verso ginnaste linee.Si amanti. Amanti senza terra ne’ piega o presunta forma. Ubriachi ma banditi e carmi di un codice segreto: il silenzio. Poi la notte. Laura guardò il cuore di Briani. Poi tutte le notti. Erano notti e silenzi. Silenzi di notti chine nell’inchiostro. Inchiostri di silenzio per non segnare e ossigenare i sogni . Ali di falena alitavano amare finiture tra i loro guanciali.Oh, Cristo! Impreco’Laura. Non cadere addosso . Ma La notte occhieggiava fitta fiitta a eruttare di sperma un denso silenzio. Inafferrabile davanti a qualsiasi cospetto di un dio Infine scostarono le gole nell’ordine di un segnale. Non avevano piu’nulla degli amanti terrestri...
Peccatori ormai di un tunnel di figure ombrose.
Sempre nel silenzio per il silenzio.
Francesca Dono
ALESSIO PATTI
Alessio Patti
LU SILENZIU CHI NON MUTA
Quanta genti parra picca d’azzò sfujennu lu silenziu e lassannulu riverbu supra iddu stissu? Quanti genti non sapi arrifilari mumenti di ritiru accrianzatu p’offririlu a lu silenziu di Diu? Tanti, forsi tutti, pi primu ju ca haiu la menti nfacinnata di sfaiddi chi non ardunu. Ma è propriu zoccu non fazzu chi nveci disìu veramenti: lu silenziu chi non muta. E l’arma mia è smaniusa di sta malìa: ncarnari la purizza vistennusi d’adènzia. Mentri s’aspetta tuttu chissu, ju moru di sizìu, cunsumannumi pi la me ripugnanza. Alessio Patti Traduzione in italiano Il silenzio che non muta Quanta gente parla in modo poco riguardevole sfuggendo il silenzio e lasciandolo riflesso su se stesso? Quanta gente non sa ritagliare momenti d’abbandono riverente per offrirli al silenzio di Dio? Tanti, forse tutti, io per primo, che ho la mente occupata da faville che non ardono. Ma è proprio ciò che non faccio quel che invece voglio veramente: il silenzio che non muta. E l’anima mia è impaziente di quest’incanto: incarnare l’incorruttibilità vestendosi d’ascolto. Mentre s’attende tutto questo, languisco, consumandomi per la mia idiosincrasia. (Alessio Patti) E poi sempre di Alessio Patti LA VUCI DI LU SILENZIU Armunia di vuci baggiani nta lu viòlu di la vita, noti dilicati ciatati di lu ventu arrucatu tra li nuvuli di 'n munnu vintu. Eccu si grapi alla luci ’n lammicu accarizzatu di li fogghi risulenti. Sghidda subitu lu chiantu, na minna tracchiaruta di latti si duna ni la spiranza di lu futuru chi mai vidi. Scinni la tila, la notti di lu jornu pigghia lu postu e la naca li pinseri e li sonni di cu dormi. Buzzichi amuriggianu nta l'arma so ncumprisa. Tuttu è mutu nta lu smisuratu frastonu. E ni ddu sibillinu misteriu, passa e si senti la vuci di lu silenziu. Alessio Patti Traduzione in lingua italiana: LA VOCE DEL SILENZIO Armonia di voci soavi lungo il sentiero della vita, note delicate alitate dal vento arroccato tra le nubi di un mondo sconfitto Ecco si apre alla luce un gemito accarezzato dalle foglie ridenti Guizza subito il pianto un seno rigoglioso di latte si dà nella speranza del futuro che mai vedrà Giù la tela, la notte del giorno prende il posto e la culla i pensieri e i sogni dei dormienti. Cicale amoreggiano nel loro io incompreso. Tutto tace nell'immensità del frastuono. E in quel imperscrutabile mistero,
passa e si ode la voce del silenzio Alessio Patti ADELAIDE CANTAFIO NON VADO A RACCATTARE LE VOCI DEL SILENZIO sì ha voce il Silenzio ha voce pioggia che batte ai vetri ed ha colori il Silenzio ha colori strano miscuglio la luce che riflette e parla il Silenzio parla pensieri non detti parole spezzate discorsi interrotti e in questa notte ch'è solo bianco di cemento alle pareti su cui anche gli occhi ho vuoti di parole le braccia abbandonate a non parlar preghiere nessun fratello voglio che si soffermi e sosti al fianco mesto lungo il muro domani io voglio camminare a dita intrecciate nel viale del silenzio unica compagnia l'ombra che mi sta accanto quella mia (colloquio muto le voci del Silenzio e non si dorme )
Adelaide Cantafio haiku (del parlar muto) (Il mio silenzio/preghiera) Terra interiore mi genera sorgenti ...bevo Silenzio... (mio commento in versi...) "candido barracano il mio silenzio è trina spettrale di un manto teso al vento che in trasparenza opaca slaccia i suoi pianti sperde chimere spoglie e avanzi di colori e lì dove muore il giorno di un tempo ormai rappreso inchioda l’ora mentre mi avvolge stretta imbavagliando l'urlo che freme soffocato nella gola" (Adelaide Cantafio) Trovo che sia un principio sano da carezzare e non, piuttosto, l’anticamera di una via di fuga. Un silenzio per esprimere con sicurezza i miei pensieri, tenendo lontano il - rumore delle cose che mi giungerà, ma soffuso, - il meccanismo diabolico del chiacchiericcio, - quello fetido di bocche aperte solo per affermare, con la parola, scarse intelligenze. Insomma... Oggi voglio essere di poche parole, quelle che, nel mio silenzio, mi permetteranno di esprimere, con sicurezza, i miei pensieri, per poter sentire meglio me stessa, camminandomi dentro. Non bevo vino, non degno gli alcolici, l'unica droga a cui mi arrendo è la mia testa: essa oggi mi impone l'abito
dell ’indifferenza che voglio indossare con cura (credo mi stia pure molto bene). Adelaide Cantafio
MARIAGRAZIA GENOVESE
SILENZIO
Remota
mi avvolgo nel silenzio
come in candido sudario.
Frappongo
tende di velo
e garze guaritrici
fra la mia mente
e il mondo.
Provo a intuire
l’incomprensibile.
Divento
semplice setaccio
che filtri soltanto
polvere d’oro.
MariaGrazia Genovese
VOCE (Dal silenzio)
Nostalgia della tua voce.
Soffio che spira
dal pertugio
nel muro di rose.
Voce antica ed eterna.
Non abbandonarmi:
ho sfiorito tutti i petali
che ripongo nello scrigno
delle tue mani
sacre.
Mio rifugio
mio eden.
Alla tua musica
la mia fonte
rinnova il ristoro.
Ragione ultima
e prima.
MariaGrazia Genovese
TRAMONTA UN’ALBA MUTA Tramonta un’alba muta. Stanca di parole dannate accetto di buon grado blandi silenzi indulgenti alle bugie. Ti accolgo dolente nel ventre arso d’aria vecchia e nuova che scaldo di sospiri. Serberò la tua interezza, breve dono desiderato. La seminerò in cuore germogliandone un giglio.
MariaGrazia Genovese
LUDOVICA TRIMARCHI
Nell'ipogeo d'iter su pseudoinstallazioni di cartone in stand-by di vita, si catapulta silenzio, ignudo colosso di gesso tare senz'anima, frinire di pensieri, palpiti di lucciole ad imitare le stelle. Senza timore morde con denti verdi di iena ogni fibra del corpo; statico su anche di basalto taglia le ali a un angelo appisolato su sguardo imbarazzato di cielo.
Chiazza gialla su muri, é urlo tappato, mano sventrata, strato di cuoio e metallo.
Verme peregrino, inacidisce bocche rosse di mele, raschia labbra con le unghie, foracchia con lesina parvenze di respiri.
E si cela tra i rami dell'ironia, in fenditure d'ulcere sanguinanti, si camuffa da colomba su cipressi, firma cerimonie solenni. incendi d'altari; si chiude la porta alle spalle per non ascoltare la pioggia che tamburella su tegole, correnti d'aria.
Silenzio: duro come nocciolo, spillo sulla pelle , materia oscura, riflessione errata di coordinate senza senso, onda anomala ch'annega frontiere mai raggiunte, estremità d'ombre in perimetri oblunghi, taccuino senz'occchi nel vano pronostico di : che ne sarà di noi; armatura mercenaria che toglie la voglia di sentire la penna scricchiolare, moccolo senza fiamma storia a tacita situata su mappe legate a fogli intonsi di registro di vita.
Silenzio che disconosce stridore di tram ; impasta la luna sull'asfalto, la pesta come granuli di salgemma nel mortaio, groviglio morboso su fiori di cotone imbevuti nel latte e senza tracce resta invisibile nel nodo all gola che non fa passare il cibo e poi s'arresta sui gradini di un amore sbavato che percuote il buio.
Silenzio alla ricerca di un Dio non ancora trovato tra le cose illuminate dell'anima, nella distanza straziata tra cielo e terra senza pace.
Ludovica Trimarchi
Francesca Spadaro
INNO AL SILENZIO
Che urli
il silenzio
e copra
le grida
fredde
dei morti.
Porpora
in dissacrate
terre
e mari
violati.
E respiri
profano
religiososilenzio
devoto
solo
all 'uomo.
E tacciano
gli epinici
vittoriosi
di guerra
in disfatta
dell' umanità
dolente
e i lugubri
imenei
distorti
in neri
epicedi .
E canti
il silenzio
di pace
la sua
nenia
d'aurora
dai capelli
in boccioli
di teneri
fiori.
Francesca Spadaro
Maria Teresa Infante
Dicono di lui.
Dicono che il silenzio sappia parlare: – Ditemi, allora, cosa sentite?
Non avete parole da offrire?
Il silenzio gioca a moscacieca con il pensiero
sa abbindolare, circuire il fanciullo
sbaragliare note su pentagrammi sospesi ai bordi delle domande
sospingere mongolfiere col vento del dubbio e delle incertezze
aggrapparsi alle ringhiere delle apparenze e delle speranze
ma non ti svela mai il suo nome.
Dicono che il silenzio abbia un volto; ditemi allora se maschio o femmina
se bimbo o vecchio, se vivo o morto!
– Dove sei, timido padrone delle segrete delle mie labbra?
Dove nascondi l’eco delle parole di cui ha sete il mio cuore?
Parlami ora, parlami adesso, prima che muoia con l’acqua alla gola.
Parlami vile, non farmi soffrire, ho cent’anni da dire e vorrei raccontarmi.
Alita in petto il tuo urlo sovrano, fui la sguattera in vita ma la notte ora ha fine ho bisogno di uscire.
Ho le scarpe da neve e il cappello da mare. Voglio urlare e gioire.
Tua la morte da un’ora e sul feretro il sole.
Maria Teresa Infante
Tutti i diritti riservati ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e s
SILENZI
Attaccati alle pareti dell’anima
quadri senza tela
sospesi sulle labbra
in bilico tra paure e pudori,
in volo a mezz’aria
aquiloni in attesa del maestrale.
Silenzi
libri bianchi
non hanno dato esami
non hanno mai capito
cos’è la verità.
Silenzi
senza voce
mongolfiere senza vento
che ingannano e confondono.
Pesanti come i cieli
che piovono tra i tetti
dove non ci son santi
o idoli da amare.
Silenzi
mentitori
che uccidono barando
non guardano negli occhi
e vanno a testa bassa.
Sanno accarezzare
ma anche fare male
pungenti come lame
morbidi come sottane
barattati per due soldi
o venduti a caro prezzo.
Il saldo per l’inganno
il costo del perdono.
Forse
parole vuote
che fanno male al cuore.
Maria Teresa Infante
Dalla silloge “Quando parlerai di me” 2012
Questo blog ricalca i percorsi della mia anima attraverso la poesia, con la speranza che possa diventare anche un punto d'incontro, di condivisione di sentimenti e sensazioni, ma anche di idee e proposte.
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